E' un Donald Trump che volge già lo sguardo al 2026: il presidente americano sta già pensando alle elezioni di Midterm 2026
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, starebbe già lavorando dietro le quinte alle elezioni di midterm del 2026, la tornata elettorale di metà mandato che si terrà appunto l’anno prossimo. Forse non tutti sanno che oltre oceano si tiene una sorta di verifica per il governo dopo due anni dall’entrata in carica che può modificare la composizione di Congresso e Senato, pur lasciando il presidente in carica. Stando ad Axios sembra che il tycoon, fra i suoi mille fronti aperti fra Dazi, guerra in Ucraine e Medio Oriente, starebbe già lavorando con costanza appunto al prossimo anno.
Obiettivo, evitare l’impeachment e per farlo dovrà mantenere appunto la maggioranza del GOP in entrambe le camere del Congresso per i suoi ultimi due anni di mandato, gli ultimi in assoluto della storia visto che Trump, come da legge americana, non potrà più essere rieletto.
Axios sottolinea, come notizia che conferma questo “sguardo al 2026”, il fatto che il presidente sia già molto coinvolto nelle primarie repubblicane per il senato in Texas, dove i sondaggi danno il democratico John Cornyn in svantaggio rispetto a Ken Paxton, procuratore generale dello stato e considerato da sempre fedele a Trump. Paxton sarebbe stato coinvolto in alcuni scandali di recente, con la moglie che avrebbe chiesto il divorzio, e il tycoon sarebbe stato informato del fatto in tempo zero, chiedendo quali siano le eventuali ripercussioni sulle elezioni texane. Nel frattempo sta raccogliendo una ingente quantità di denaro per sostenere le varie elezioni dei repubblicani al Congresso dei prossimi mesi, e il prossimo autunno, a riguardo, sarà presente ad un grande evento di raccolta fondi del Comitato Nazionale Repubblicano a Washington.
TRUMP E LE ELEZIONI DI MIDTERM 2026: UN RECLUTAMENTO AGGRESSIVO
Il secondo step della sua strategia riguarda il reclutamento “aggressivo”, come spiega ancora Axios, con la Casa Bianca che sta ricercando candidati per alcune elezioni chiave, non escludendo che Trump in persona possa scendere in campo se un candidato indeciso dovesse aver bisogno “di una spinta”. Uno dei posti più caldi al momento resta quello di senatore del New Hampshire, e a riguardo sono attese novità nelle prossime settimane. A Washington si lavora anche su una riorganizzazione anticipata dei distretti elettorali, e a riguardo il portale americano precisa che: “Trump sta spingendo i repubblicani del Texas a ridisegnare i distretti della Camera dei rappresentanti dello Stato con cinque anni di anticipo, per creare più seggi favorevoli al partito repubblicano”.
Ciò potrebbe portare fino a cinque nuovi seggi per i repubblicani, riducendo di conseguenza il potere dei democratici, ma la strategia non è esente da rischi visto che potrebbero esservi delle contestazioni in tribunale, ed inoltre alcuni repubblicani temono che alcuni membri del partito potrebbero essere messi in pericolo spostando appunto i loro colleghi verso dei distretti ora “comandati “dai rivali politici. Inoltre si potrebbe dare vita ad una risposta simile dei Dem, con il governatore californiano Gavin Newsom, che di fatto lo ha già “minacciato”.
Nel frattempo la Casa Bianca lavora anche sul fronte “casalingo”, con il mega progetto di politica interna di Trump – taglio fiscali e ai programmi sociali – che però non è particolarmente popolare secondo i sondaggi. I vertici dei Rep stanno quindi tentando un’azione “porta a porta” e il vicepresidente Vance si è recato in Pennsulvania orientale per promuovere il disegno di legge, e qualche giorno ha invece parlato con un piccolo gruppo di repubblicani della Camera. Ci sarà inoltre spazio per un ritiro ad agosto per discutere su come promuovere il disegno di legge.
TRUMP E LE ELEZIONI DI MIDTERM 2026: “SOSTENERE E ATTACCARE”
Trump sta cercando di convincere i repubblicani in bilico a non lasciare i loro seggi, come ad esempio fatto con Zach Nunn, deputato dell’Iowa, che si è ricandidato nel suo distretto quando sembrava volersi candidare a governatore. La senatrice dell’Iowa Joni Ernst, vorrebbe invece andare in pensione, ma Trump starebbe impedendoglielo. Infine l’ultimo punto della strategia in vista delle elezioni di Midterm 2026, il sesto, che consiste nel “Sostenere – e attaccare – le primarie”. Trump vuole punire i repubblicani che lo hanno tradito e intende usare la sua posizione di leader per assicurarsi che vengano nominati i candidati più eleggibili.
Ha poi appoggiato più di una dozzina di repubblicani alla Camera che provenivano da seggi incerti, di modo da proteggerli ed è molto probabile che ne appoggerà altri. Obiettivo, evitare delle primarie “sanguinose” come ad esempio nello stato della Georgia, dove il candidato è Brian Kemp, in sfida al democratico Jon Ossoff. Sono stati poi diffusi degli spot con protagonista il deputato del Kentucky Thomas Massie, invitando a votare al mega disegno di legge di Trump. “Il presidente ha capito che una buona politica porta a politiche ancora migliori e ha avviato uno sforzo multidimensionale volto ad ampliare le maggioranze alla Camera e al Senato”, conclude Chris LaCivita, uno dei principali consiglieri politici di Trump.