Una donna incinta 24enne, detenuta in un carcere della Florida, ha chiesto la scarcerazione in quanto sostiene che il feto sia detenuto illegalmente
Una donna incinta di 24 anni, detenuta presso un carcere della Florida, ha chiesto la sua scarcerazione spiegando che il futuro nascituro, il feto che porta in grembo, è innocente, di conseguenza non può scontare una pena che non ha commesso. “Il feto è una persona, non è accusato di nulla e quindi ha diritto alla libertà”, ha spiegato la detenuta tramite gli avvocati, riferendosi ai media americani. La carcerata è accusata di omicidio, e precisamente di aver ucciso una persona a seguito di una discussione avvenuta all’interno di un’auto di Uber.
Natalia Harrell, questo il nome della protagonista della storia, si trova attualmente presso il Turner Guilford Knight Correctional Center, dove è rinchiusa dal 26 luglio scorso con l’accusa di omicidio di secondo grado avvenuto il 23 luglio, e che ha causato la morte di Gladys Yvette Borcela. L’omicidio è stato provato dalle telecamere presenti all’interno della vettura che hanno filmato la lite e poi la Harrell che ha aperto il fuoco, uccidendo la donna. All’epoca la detenuta era già incinta, precisamente di sei settimane, e dichiarò che la sua era stata una sorta di legittima difesa “perché temeva per la sua vita e quella del suo bambino”.
DONNA INCINTA DETENUTA: LA TESI SOSTENUTA DAI SUOI LEGALI
Mesi dopo l’arresto gli avvocati difensori stanno cercando di ottenere la scarcerazione della propria assistita giocandosi la carta del bimbo: “Il nascituro non è stato accusato di alcun reato dalla procura” ed è stato “incarcerato illegalmente”, sostengono i legali della 24enne, secondo cui la loro assistita non avrebbe ricevuto le cure adeguate dietro le sbarre.
A sostegno della causa è stata lanciata anche una petizione contro il dipartimento di correzione e riabilitazione di Miami-Dade e il suo direttore. Al momento la detenuta è incinta di otto mesi e il suo avvocato sostiene che la donna sia stata rinchiusa “in un blocco di celle o in un pod dove sono ospitati criminali violenti”. Scopriremo nei prossimi giorni come evolverà tale vicenda.
