Il 20 luglio 2009, a Parabiago, Marcella Sardeni ha ucciso con il cavetto di alimentazione di un telefonino suo figlio Lorenzo, di 4 anni. A quattro anni di distanza Tgcom24 ha reso pubblico l’audio della confessione di Marcella resa 4 mesi dopo l’omicidio, a novembre del 2009, davanti al pm nei locali dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano dove era ricoverata. Marcella Sardeni, dirigente d’azienda da tempo schiacciata da una forte depressione, ripercorre quella terribile giornata, che ha cambiato per sempre la sua vita. La donna, con la voce rotta dalle lacrime, racconta che non dormiva da 15 giorni e che davanti allo sportello del forno a microonde, che ne rifletteva l’immagine, si è vista magra e inutile. In quel momento ha desiderato di morire. Ha preso il caricabatterie del telefonino e se lo è messo intorno al collo. In quel momento il piccolo Lorenzo si è svegliato e le ha chiesto: “Mamma, ma cosa fai?”. Marcella non ricorda bene cosa ha pensato, ma sa solo che ha messo quel filo intorno al collo di suo figlio. Alla donna, condannata a 8 anni, è stata poi riconosciuta la semi infermità di mente. Oggi Marcella Sardeni è a Castiglion delle Stiviere, in provincia di Brescia, in un istituto per madri assassine. Nell’istituto sta partecipando ad attività di reinserimento lavorativo e grazie alla padronanza della lingua inglese, aiuta gli immigrati. I rapporti tra lei e il marito sono cessati. Tra poco più di tre anni, Marcella tornerà libera,