E’ stata rilasciata dal carcere in cui era rinchiusa dal 19 maggio scorso la femen tunisina Amina Sboui. La ragazza, 18 anni, era divenuta nel suo paese il simbolo della protesta contro l’integralismo islamico. I suoi sostenitori hanno diffuso le sue foto mentre esce dal carcere e fa il segno di vittoria.
Amina adesso si trova in libertà provvisoria in attesa del processo.
La ragazza è stata accusata di “profanazione di tombe” dopo che durante un raduno safita non autorizzato aveva scritto “femen” sul muro di un cimitero. In quell’occasione altre tre componenti delle femen, una tedesca e due francesi, erano state espulse dal paese.
A decidere il rilascio di Amina è stato il giudice presidente ella “Chambre d’accusation” di Sousse, giudice d’appello a cui si era rivolta la procura di Kairuan per contestare l’alleggerimento delle accuse contro di lei. Il giudice ha disposto che Amina venga processata solo per presunta “profanazione di tombe”.
Nei giorni scorsi era stata sciolta l’accusa di oltraggio alle guardie carcerarie. L’avvocato Souhaib Bahri, il primo a offrirsi a maggio per la difesa di Amina ha dichiarato al Fatto Quotidiano: “abbiamo fatto un grande lavoro difensivo, il collegio si è allargato a prestigiosi avvocati, abbiamo favorito pressioni di opinione pubblica internazionali, non potevano che spuntarla prima o poi, di fronte alla inconsistenza delle accuse”.
In Tunisia continuano ogni sera le manifestazioni per le dimissioni del governo a guida islamista e la formazione di un nuovo governo di unità nazionale.