E’ la prima persona ad aver percorso a nuoto il tratto di 103 miglia, 170 km, che divide la Florida da Cuba, senza la protezione di una gabbia antisqualo. Si tratta di Diana Nyad, nuotatrie statunitense di 64 anni che aveva già tentato l’impresa per ben tre volte, ma senza riuscirci.
La Nyad è partita sabato da L’Avana ed è arrivata a Key West alle 14 locali, dopo dopo 52 ore, 54 minuti e 18,6 secondi, meno delle previsioni iniziali.
La donna era afffiancata da due barche a vela che l’hanno assistita fornendole acqua e cibo, con a bordo 25 persone, e alle quali non si è mai appoggiata.
Al suo arrivo molte persone che l’attendevano a riva l’hanno raggiunta in acqua per accompagnarla negli ultimi metri, che ha poi percorso a piedi.
Nel ’97 una nuotatrice australiana aveva completato lo stesso percorso ma con la protezione di una gabbi anti-squalo. Le condizioni favorevoli della traversata sono state determinanti per il successo dell’impresa.
I precedenti tentativi erno stati infatti penalizzati da alcuni fattori: nel ’78 la forza delle correnti e la stanchezza la costrinsero a fermarsi, nel 2011 percorse la metà della distanza ma uscì dall’acqua perchè la corrente del Golfo l’aveva spinta troppo a est, e infine solo un anno fa, nel 2012, oltre alle correnti contrarie la Nyad subì gli attacchi di molte meduse, che questa volta erano presenti in quantità molto ridotta.
La Nyad, nata il 22 agosto del 1949 ha una brillante carriera alle spalle: dopo aver vinto tre campionati di nuoto in Florida, nel ’66 dovette rimanere a letto tre mesi per uninfezione al cuore Una volta ripresi gli allenamenti si rese conto di aver perso velocità perciò decise di specializzarsi sulle distanze, stabilendo diversi record.
E’ anche autrice di libri e campionessa di squash, tant da essere stata inserita nel 1986 nella United States National Women’s Sports Hall of Fame.
Dopo il compimento dell’impresa la campionessa ha postato un Tweet significativo per tutti gli sportivi e non solo, con un messaggio di grande coraggio e saggezza: «Ho tre cose da dire. Uno: non dovremmo mai arrenderci. Due: non si è mai troppo vecchi per perseguire un sogno. Tre: sembra uno sport solitario, ma c’è una squadra”.