Gli esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno chiesto importanti riforme del sistema di giustizia penale degli Stati Uniti per combattere il razzismo sistemico. A sostegno della richiesta sono state fornite testimonianze secondo cui le donne nere sarebbero state incarcerate durante il parto mentre i detenuti maschi erano costretti a lavorare in condizioni “stile piantagione”. Il rapporto, pubblicato giovedì e condotto da tre esperti nominati dalle Nazioni Unite hanno affermato di aver riscontrato pratiche nelle carceri statunitensi che equivalgono a “un affronto alla dignità umana” nelle visite di aprile e maggio.
La missione diplomatica americana a Ginevra ha rifiutato di commentare il report mentre il Federal Bureau of Prisons ha dichiarato di essere impegnato a garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone detenute, nonché dei dipendenti e del pubblico, come spiega la Reuters. Tra le pratiche messe in atto dagli agenti, secondo il rapporto, quella di immobilizzare e incatenare le donne prigioniere durante il parto. Gli esperti “hanno ascoltato in prima persona testimonianze dirette insopportabili di donne incinte incatenate durante il travaglio, che a causa dell’incatenamento hanno perso i loro bambini“, si legge.
Carcere, donne nere incatenate e uomini nei campi
Un portavoce dei diritti delle Nazioni Unite, alla richiesta di fornire dettagli in merito al report, ha fatto riferimento a “diversi” casi e ha confermato che tutti coinvolgevano donne nere. Sono state raccolte inoltre testimonianze dirette delle condizioni in una prigione della Louisiana: qui, migliaia di prigionieri maschi, per lo più neri, erano “costretti a lavorare nei campi (spesso raccogliendo il cotone) sotto la sorveglianza di ‘uomini liberi’ bianchi a cavallo, in condizioni molto simili a quelle quelli di 150 anni fa”. La relazione parla di pratiche “scioccanti” e afferma che si tratta di “forme contemporanee di schiavitù”. Diffuso anche l’uso dell’isolamento, che sembra essere applicato in modo sproporzionato ai detenuti di origine africana.
Uno dei testimoni, un uomo nero, ha raccontato di essere stato isolato per 11 anni senza interruzioni. “I nostri risultati evidenziano la necessità fondamentale di una riforma globale”, ha affermato uno degli esperti, Juan Mendez, come riporta Reuters. Le condizioni carcerarie degli Stati Uniti sono motivo di preoccupazione da decenni e i gruppi per i diritti umani che le strutture vengano riformate o chiuse. L’indagine è stata avviata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, di cui gli Stati Uniti sono un membro votante, nel 2021 dopo l’uccisione di George Floyd, bloccato a terra e soffocato da un agente di polizia. Tra le testimonianze raccolte quelle di 133 persone in cinque città degli Stati Uniti.