Su Apple TV+ è disponibile la serie "Dope Thief", prodotta in collaborazione con Scott Free Productions

Letteralmente Dope Thief significa “ladro di droga”, un titolo diretto, ruvido, che ben riflette il tono dell’ambiziosa serie TV prodotta da Apple Studios in collaborazione con Scott Free Productions, la casa dei fratelli Scott.

Siamo al quinto episodio degli otto previsti, del film Dope Thief e il primo, diretto da Ridley Scott in persona resta finora il più riuscito. Ideata da Peter Craig (The Hunger Games, Top Gun: Maverick, Il Gladiatore II), la serie porta la sua firma anche in sceneggiatura.



Ray e Manny sono due ragazzi cresciuti nella parte più povera e degradata della periferia di Philadelphia. Finiscono in carcere per piccoli reati e, una volta usciti, decidono di continuare a delinquere, evitando rischi. Si fingono agenti della DEA sotto copertura per rapinare piccoli spacciatori e produttori di droghe sintetiche.



Li seguono, li pedinano, fanno appostamenti, poi irrompono con falsi distintivi e giubbotti antiproiettile. I guadagni sono limitati, ma almeno sembrano sicuri: dopotutto, chi andrebbe a denunciare un ladro se è un criminale a sua volta?

L’equilibrio precario si rompe con l’arrivo di un terzo compagno conosciuto in carcere, deciso a entrare in affari con loro.

Porta con sé informazioni su una casa abbandonata che sembrerebbe nascondere qualcosa di grosso. Ray e Manny, spinti dal bisogno – Ray vuole aiutare la matrigna che l’ha cresciuto, Manny sogna una nuova vita con Sherry – accettano.



Ma l’impresa si rivela un disastro. La casa è in realtà la base di un laboratorio del cartello messicano, sorvegliato da tempo dalla vera DEA, che vi ha infiltrato alcuni agenti. L’irruzione dei tre compromette tutto: salta la copertura, e il bottino – incredibilmente ricco – attira sia i narcotrafficanti, sia le forze federali sulle loro tracce.

Il tono della serie Dope Thief cambia, e da crime-thriller si trasforma in una riflessione cruda e a tratti surreale sull’emarginazione, la violenza e le possibilità mancate nella periferia urbana americana. Non mancano momenti che richiamano l’assurdo di Pulp Fiction, in un racconto che alterna adrenalina e malinconia.

Il vero punto di forza di Dope Thief sono i due protagonisti: Brian Tyree Henry (Atlanta) e Wagner Moura (il celebre Escobar di Narcos), perfetti nei panni di due uomini perduti, ma ancora capaci di promesse sincere verso chi amano.

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