I mercati hanno inviato dei messaggi piuttosto chiari su come interpretare l'accordo sui dazi raggiunto domenica da Usa e Ue

L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione europea annunciato lunedì sera dal Presidente americano Trump e da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ieri è stato elaborato anche dagli investitori. Si tratta di analisi preliminari perché i dettagli dell’accordo non sono ancora chiari e rimangono dubbi su alcuni punti importanti. Sui mercati si possono però rilevare alcune reazioni.



Fin dalle prime ore della mattina l’euro si è indebolito contro il dollaro e il cambio è passato da 1,17 a 1,16; i timori sulla crescita europea e sulle esportazioni del Vecchio continente hanno pesato sul cambio. È vero che si è scongiurata una guerra commerciale con i rischi di una lunga fase di incertezza ed è altrettanto vero che si è sventata la minaccia di dazi al 30%, oggi però l’Europa si ritrova con dazi superiori a quelli di settimana scorsa e più alti di quelli di qualsiasi altro momento storico. I commenti a caldo di alcune associazioni industriali europee, come quella francese, confermano questi timori.



I titoli americani esposti all’esportazione di gas hanno invece fatto segnare reazioni positive ancora prima che aprisse la borsa di New York. Tra i pochi numeri esplicitati lunedì, anche nella scheda informativa pubblicata dalla Casa Bianca ieri sera, c’è la somma, 750 miliardi di dollari fino al 2028, che l’Europa si è impegnata a pagare per importare “energia americana”. Sono saliti i titoli della difesa americana e scesi quelli del settore europeo. Nonostante l’incertezza di ieri mattina, la Casa Bianca ha messo nero su bianco l’impegno europeo a comprare “quantità significative di equipaggiamento militare americano”.



Rimangono invece oggetto di speculazioni e ulteriori trattative sia il destino delle esportazioni di acciaio europeo che le “eccezioni” di cui potrebbero godere alcuni segmenti dell’economia come i prodotti agricoli. Gli Stati Uniti chiedono che l’Europa elimini alcune barriere non economiche all’importazione di prodotti agricoli e alimentari americani e l’Europa spera che vengano esentate alcune esportazioni degli stessi settori.

Il comunicato stampa della Casa Bianca svela un altro punto dell’accordo. Gli Stati Uniti e l’Unione europea si sono impegnati a rafforzare la cooperazione sulla sicurezza economica per migliorare la “resilienza delle catene di fornitura e l’innovazione”. Le due parti, così recita il comunicato, adotteranno azioni complementari per affrontare le politiche anti-competitive di terze parti e si impegnano a cooperare sulla revisione degli investimenti in entrata e in uscita, sui controlli delle esportazioni e sull’evasione dei dazi.

Questi impegni sono un chiaro riferimento al rapporto tra Unione europea e Cina. L’Europa sarà in qualche modo chiamata a partecipare alla competizione strategica tra Cina e Stati Uniti che include molto di più della guerra commerciale. L’America è impegnata in uno sforzo per limitare lo sviluppo tecnologico cinese in alcuni settori chiave come l’intelligenza artificiale, le telecomunicazioni, la transizione energetica e altri settori industriali di punta.

L’accordo di ieri sembra quindi una piattaforma ancora in lavorazione con alcuni punti certi, l’energia e la difesa, e altri ancora da definire. Tra le certezze rientra la richiesta americana di un decoupling dalla Cina che per l’Europa può essere particolarmente costoso.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI