Per rispondere al quesito su dove si vendono più case in Italia, riportiamo la tabella completa di Immobiliare Insights.
Alla domanda “dove si vendono più case in Italia“, la risposta è la stessa di un anno fa: Milano è il capoluogo d’eccellenza dove il mercato immobiliare – anche a fronte dei recenti rialzi – continua a crescere, e il trasferimento di proprietà delle abitazioni si conclude in quasi 3 mesi (2,9 per l’esattezza).
Nel milanese la media è decisamente inferiore a quella nazionale, dove solitamente occorrono 5,2 mesi prima che nel resto d’Italia si realizzi una compravendita immobiliare. I dati sono stati forniti dopo un’attenta analisi da parte di Immobiliare.it Insights, che ha confrontato 20 capoluoghi italiani.
Dove si vendono più case in Italia: il report di Immobiliare Insights
I dati ricavati da Immobiliare Insights su dove si vendono più case in Italia sono emersi dopo aver preso in esame 20 località della nostra Penisola, da Nord a Sud.
Al Nord Italia l’indagine è stata finalizzata prendendo in esempio Verona, Milano, Genova, Venezia, Torino, Bologna, Brescia, Bergamo, Padova e Trieste. Mentre al Centro la ricerca si è concentrata su Roma e Firenze. Il resto è emerso dopo aver “campionato” il Sud: Napoli, Bari, Catania, Palermo, Taranto e Messina.
In tabella rilasciamo l’analisi completa di ciascun dato e città analizzata:
| Città | Mesi per la vendita |
|---|---|
| Milano | 2,9 |
| Roma | 3,4 |
| Bologna e Verona | 3,6 |
| Firenze e Padova | 3,7 |
| Trieste | 3,8 |
| Napoli e Bergamo | 3,9 |
| Torino | 4,1 |
| Cagliari, Parma e Brescia | 4,4 |
| Genova | 4,5 |
| Palermo | 4,6 |
| Bari e Venezia | 4,7 |
| Catania | 5 |
| Messina e Taranto | 5,6 |
Conclusioni
Se è pur vero che alcune città del Centro e del Nord Italia hanno “perso posizioni” e allungato i tempi di vendita, come ad esempio Firenze che è passata da 3,3 a 3,7 mesi, è altrettanto vero che le attese più evidenti si concentrano nelle città del Sud.
Nel caso specifico a far peggio sono state Messina, Catania e Taranto. In ciascun caso il confronto con l’anno scorso (2024) è stato negativo, soprattutto nel capoluogo catenese, dove si è passati a 5 mesi (contro i precedenti 4,3).