Durigon (Lega) difende la manovra e chiede alle aziende di intervenire: "Ora alzino i salari". Il messaggio a Landini: "Con lui Lega governa altri 10 anni"
DURIGON, LA MANOVRA E LA STOCCATA A LANDINI
Claudio Durigon difende la manovra economica del governo Meloni e risponde alle critiche dell’opposizione, definendole «distaccate dalla realtà». Il sottosegretario al Ministero del Lavoro, nonché esponente della Lega, ne ha parlato a La Verità, accusando Maurizio Landini, della Cgil, di voler fare consenso tramite proteste e scioperi. Tuttavia, secondo Durigon, se continua così la Lega resterà al governo ancora a lungo: «Finché c’è Landini governeremo per altri dieci anni. Abbiamo bisogno di un sindacato che torni a parlare di lavoro».
Tornando alla manovra, per Durigon è “sociale”, in quanto orientata ad aiutare famiglie e lavoratori. Nell’intervista riassume le misure più importanti: dal taglio del cuneo fiscale, che riduce le tasse sul lavoro aumentando lo stipendio netto, alla riduzione dell’Irpef, un’altra misura per lasciare più soldi in tasca ai lavoratori. C’è poi la flat tax al 5% sui rinnovi contrattuali, un’agevolazione fiscale per chi rinnova il contratto di lavoro. Ha inoltre citato la tassa sugli extraprofitti delle banche, grazie alla quale parte dei guadagni degli istituti finanzierà sanità e sgravi fiscali.

A tal riguardo, Durigon ha spiegato che le banche possono permetterselo, avendo guadagnato molto in questi anni, ma ha anche rassicurato i clienti, chiarendo che non possono scaricare il costo su di loro: «Negli ultimi anni gli istituti bancari hanno portato a casa profitti rilevanti e abbiamo ritenuto giusto destinarne una parte ai cittadini. Gli istituti ci sono venuti incontro e, numeri alla mano, non hanno bisogno di scaricare alcun costo sui clienti».
DALLA ROTTAMAZIONE ALLE CRITICHE DELL’OPPOSIZIONE
Durigon ha confermato l’aumento graduale dell’età pensionabile, definendolo «un piccolo rammarico», ma ha assicurato che il governo cercherà di bloccarlo in futuro trovando risorse nel 2026. In merito alla rottamazione dei debiti con lo Stato, che coinvolge circa 16 milioni di italiani, ha ricordato che essa consente di rateizzare i debiti in nove anni, ma esclude chi non ha mai dichiarato i redditi.
Di diverso avviso l’opposizione, secondo cui la manovra è troppo rigida; per Durigon, invece, è di buon senso, persino “di sinistra”, perché tutela il sociale. D’altra parte, ha ammesso che i salari in Italia non crescono da anni e che l’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto, ma ora tocca alle imprese intervenire, aumentando i salari nei contratti collettivi: «Credo che le imprese e Confindustria dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e dare una mano in sede di contrattazione, in vista di un reale incremento dei salari».
La Lega resta invece contraria al salario minimo, perché, secondo Durigon, sarebbe un «boomerang» che spingerebbe verso il basso i salari medi invece di alzarli; inoltre, presto una sentenza europea potrebbe renderlo inapplicabile. Infine, sulle elezioni regionali, ha aperto a possibili «grandi sorprese» in Campania.
