L’effetto delle dimissioni di Silvio Berlusconi e dell’incarico affidato a Mario Monti di formare un nuovo governo è chiaramente visibile nel mercato dei titoli di stato, su cui settimana scorsa si era scatenato un imponente sell-off che aveva trascinato i rendimenti dei decennali oltre la tanto temuta soglia del 7%. Invece, per adesso i rendimenti si attestano abbondantemente al di sotto della soglia d’allarme, al 6,40% e il differenziale tra Btp e Bund che si attesta sui 450 punti. E in attesa di conoscere il nuovo esecutivo, Piazza Affari si dimostra la migliore d’Europa: infatti, dopo una buona partenza, il Ftse Mib guadagna l’1,55% a 16.024 punti pochi minuti dopo le 10. Sul listino principale spicca Ubi Banca a 2,998 euro (+6,69%) oggi alle prese con i conti del terzo trimestre. Buona anche la performance di Unicredit a 0,862 euro (+4,48%) il cui cda si riunirà per presentare i conti e per discutere sull’aumento di capitale da 7,5 miliardi. Apertura comunque in rialzo anche per le piazze finanziarie europee, con Parigi in progresso dello 0,57% a 3.167 punti, mentre a Londra l’indice Ftse guadagna lo 0,49%. Bene anche Francoforte (+0,87%) e Amsterdam (+0,51%).
Sicuramente avranno avuto effetto le parole del presidente della Commissione europea, José Barroso, e del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuv, affidate a una nota sulla nomina di Monti che «invia un ulteriore segnale incoraggiante, dopo l’approvazione della legge di stabilità 2012, della determinazione delle autorità italiane di superare la crisi attuale». I due leader europei fanno sapere di aver accolto «con favore» la scelta la scelta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di chiedere a Monti di «formare un governo di unità nazionale» e aggiungono che «la Commissione continuerà a monitorare l’attuazione delle misure prese dall’Italia, con l’obiettivo di perseguire politiche a sostegno della crescita e dell’occupazione». La Commissione europea ha intanto ricevuto la lettera dell’Italia che contiene le risposte ai 39 quesiti del Commissario Ue, Olli Rehn, riguardo la capacità di raggiungere gli obiettivi di pareggio di bilancio.
Nelle risposte inviate a Bruxelles figura anche l’eventuale reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, che dovrebbe portare nelle casse dello Stato un gettito di circa 3,5 miliardi di euro. Inoltre «il decreto – si legge nel documento – prevede una diversa forma di tassazione dei servizi offerti dai comuni agli occupanti di proprietà residenziali, anche nel caso che queste vengano usate come prima casa».