L’Italia è già in recessione: lo ha detto un rapporto dell’agenzia Fitch (agenzia globale di rating), rapporto dedicato in particolare a quanto sta annunciando di mettere in pratica il governo Monti. L’allarme, grave se corrispondente alla realtà, viene dato proprio perché, sempre secondo Fitch, ci sono difficoltà oggettive per il governo Monti. Recessione già in atto nel nostro Paese e calo in tutta Europa renderanno ancora più difficile il compito di Mario Monti e del suo governo. Anche se, continua Fitch, il primo test dell’esecutivo è assicurarsi un ampio sostegno parlamentare e pubblico per il suo programma fiscale ed economico. IlSussidiario.net ha contattato un esperto di materia finanziaria, il quale sottolinea come l’allarme lanciato da Fitch contenga degli elementi di verità: “I dati Istat relativi al pil del terzo trimestre devono ancora uscire” ci ha detto. “I preliminari sono sostanzialmente rimandati, ma l’idea è che nel terzo e quarto trimestre l’Italia debba subire un rallentamento rispetto alla crescita registrata nei primi due trimestri a inizio 2011. In questo momento” ha aggiunto “le proiezioni ufficiali delle varie agenzie di ricerca sul pil del 2012 danno crescita zero. E’ evidente che con quello che sta succedendo in questi mesi dal punto di vista dei mercati finanziari, c’è un’alta possibilità che il pil italiano l’anno prossimo possa registrare un segno negativo”.
Il che corrisponde a una realtà di recessione: “Diciamo che la sostanza dei fatti è che nel 2012 in Italia non ci sarà ripresa”. Secondo l’agenzia Fitch, inoltre, convincere gli investitori che le riforme verranno davvero realizzate dal governo sarà molto difficile. E’ così? “Purtroppo sì. Gli investitori non si fidano più delle promesse anche se hanno recepito molto più positivamente il governo Monti rispetto a quello precedente. Ma al momento non ci si può aspettare che tornino a investire in Italia, almeno fino a quando non ci saranno fatti concreti che li convinceranno a fare ciò”.
Secondo Fitch, infine, il governo italiano non può agire da solo, ma ha bisogno di un sostegno a livello europeo con interventi della Banca centrale europea: “Il problema a questo punto è evidente che non è solo l’Italia” ci dice il nostro esperto. “E’ esemplificativo quanto successo oggi: lo spread francese e i titoli tedeschi hanno raggiunto il massimo storico, l’asta dei bond spagnoli è andata malissimo. La situazione di contagio si sta diffondendo in tutta Europa”. Che cosa si può fare? “E’ difficilissimo capire quale possa essere una soluzione al problema, l’Italia può fare le riforme che di certo non fanno male, ma se lo spread nel frattempo va a 600 punti le banche italiane non potranno dare finanziamenti alle imprese. La situazione perciò si avviterebbe e qualsiasi cosa che possa spezzare questo circolo vizioso in cui siamo adesso con la Spagna e la Francia sotto attacco speculazione e la Grecia che è già fallita è positiva”.
Dunque Fitch vede giusto: “Il vero problema sono i tedeschi che hanno terrore per loro motivi culturali dell’inflazione. Per quanta moneta si possa stampare e per quanto possa essere espansiva la politica della Bce, l’inflazione non è un rischio concreto in questo momento”.