Piazza Affari chiude la giornata in forte ribasso, con il Ftse Mib in calo del 3,87%, nonostante l’avvio positivo che aveva fatto registrato anche un +1,5%. La svolta negativa si è avuta con l’apertura delle contrattazioni a Wall Street, che si pensava potesse salutare positivamente l’annuncio dell’accordo tra Obama e i Repubblicani per l’aumento del tetto del debito pubblico che dovrebbe riuscire a evitare il default della prima economia mondiale. Invece, dopo un breve rialzo, New York è passata in rosso e ora si aggira intorno al -0,6%.
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Negative anche le borse europee, con Francoforte che ha perde il 2,5%, Parigi al 2% e Madrid al -2,7%. Sul listino principale di Milano, i titoli peggiori sono stati Fonsai (-9,19%), Ubi Banca (-7,93%), Mps (-7,87%), Intesa Sanpaolo (-7,86%) e Banco Popolare (-7,69%). In rialzo solamente Campari (+0,61%).
La situazione resta quindi grave per l’Italia, anche perché lo spread tra titoli di stato decennali del nostro Paese e i bund tedeschi è volato oggi a quota 352 punti base, facendo segnare così un nuovo record storico.
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Secondo alcuni esperti le vendite che hanno colpito i titoli bancari italiani potrebbero essere giunte dagli Stati Uniti, con la chiusura di posizioni da parte di alcuni fondi di investimento. Citigroup aveva oggi diffuso un report in cui ha tagliato i target price delle banche italiane, evidenziandone la fragilità rispetto alle tensioni creatisi su titoli di stato dell’Italia.
Difficile dire se solamente l’approvazione del piano americano da parte del Congresso potrà riportare la situazione alla normalità nei prossimi o se servirà qualcosa di più per i paesi europei più esposti alla speculazione sui titoli di stato come Spagna (che fa i conti anche con le dimissioni di Zapatero) e Italia.
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