Moody’s, l’agenzia di rating internazionale colpisce ancora e declassa nuovamente il nostro Paese. Il governo Monti dunque neon basta? Insieme all’Italia declassata anche la Spagna e il Portogallo. I primi passano da A1 a A3, i secondi da Ba2 a Ba3 mentre il debito italiano scende da A2 a A3. Perché il nuovo declassamento nonostante l’apprezzata – da tutti, almeno a livello di governi europei – manovra Monti? Pensano per Moody’s le incertezze sulla governante dell’euro, il debito pubblico, il peggioramento macroeconomico e quello che viene definito significativo rischio di non arrivare agli obbiettivi di risanamento. In parole povere: la fiducia sull’Italia, che ci sia un Berlusconi o un Monti, è poca. Per la cronaca come già in passato Moody’s colpisce un po’ da tutte le parti: abbassa infatti il rating anche di Malta, da A2 a A3, della Slovacchia da A1 a A2 e della Slovenia da A1 a A2. Per tutti Italia compressa l’outlook è negativo. Confermare l’outlook negativo significa in breve “la possibilità di un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche e finanziarie come risultato di un deterioramento della crisi del debito nell’area dell’Euro”. Come però già successo ultimamente e a differenza di quanto accadeva fino a poco tempo fa, la Borsa anche questa volta nonostante il giudizio negativo dell’agenzia di rating sembra infischiarsene: non si registrano crolli particolari a Piazza Affari, anzi sembra ci sia una calma piatta. In questo contesto comunque negativo arriva il parere di Carlo Scarpa docente di economia e politica industriale che sul Corriere della Sera rileva che comunque gli investitori stranieri stano alla larga dall’Italia. Il motivo? “una sostanziale inaffidabilità delle procedure amministrative. Entri in un Paese dove sai come stanno le cose oggi, ma tra sei mesi possono andare in un modo completamente diverso. Ci vuole un sacco di tempo per mettere in piedi un nuovo impianto”. Aggiunge Scarpa che l’Italia è 128esima su 183 nel «ranking» sulla semplicità dei pagamenti, 49esimi nel numero di versamenti, 123esimi nella durata della procedura.
“E lo stock totale di investimenti stranieri vale circa 337 miliardi di dollari, contro i 614 della Spagna, i 674 della Germania, i mille miliardi e passa della Francia e i quasi 1.100 del Regno Unito” dice l’esperto.