Cari lettori, vi voglio dare un consiglio, se permettete. E lo faccio dal cuore e con il cuore: fate come me, mettetevi l’animo in pace, armatevi di pop-corn e patatine e godetevi con il distacco tipico di una liberatoria ineluttabilità, la fine di questo Paese. È giusto così. Anzi, è addirittura auspicabile. Una dignitosa eutanasia politico-economica, tanto per non tirare in lungo un’agonia che sta perdendo anche i crismi della tragicità, l’epica decadente ma maestosa della “caduta degli dei” e sta letteralmente tracimando in barzelletta, oltretutto scontata e sconcia. E la politica, la tanto vituperata politica, è solo la cartina di tornasole di un degrado generale, talmente ampio, ramificato, esteso e dilagante da tramutarsi giorno dopo giorno in metastasi: vale per tutto, informazione come cultura, senso civico come coesione sociale, tenuta etica come profilo valoriale.