Unicredit, chiesti 90 milioni di risarcimento a fondo Caius: la vicenda dei cashes finisce in Tribunale. Come sottolineato dai colleghi di Milano Finanza, è la prima volta che viene notificata la cifra dell’importo risarcitorio richiesto dall’istituto di credito in Tribunale in seguito alle iniziativa assunte nel corso degli scorsi mesi: è stata l’Unicredit stessa a darne l’ufficialità questa mattina. “In conformità alla propria policy azienda, non rilascia commenti sui procedimenti in corso”, ha poi sottolineato l’istituto guidato dall’amministratore delegato Jean Pierre Mustier. La vicenda ha inizio lo scorso maggio, quando Caius mise in iscussione il calcolo del Cet1 di Unicredit in una lettera inviata all’Eba: secondo il fondo, il calcolo non era corretto in base ai parametri dell’Unione Europea, a meno di una conversione in azioni di quasi tre miliardi di cashes (strumenti finanziari complessi emessi nel 2008 e sottoscritti da alcuni grandi soci).
UNICREDIT-CAIUS FINISCE IN TRIBUNALE
Lo scorso 20 luglio 2018 è giunto un aggiornamento importante sulla vicenda: l’Eba infatti ha deciso di non aprire alcuna indagine sulla questione, confermando la posizione assunta già nel 2012. Il fondo britannico ha evidenziato la sua delusione, affermando di “essere pronto a perseguire altre strade”. Caius ha infatti commentato: “Notiamo che l’Eba afferma che le questioni che abbiamo sollevato possono essere trattate più correttamente da altri organismi o con altri strumenti. Non vediamo l’ora di perseguire queste strade al fine di portare la questione cashes a conclusione e risolvere l’incertezza persistente per gli stakeholders”. Notizia di questa mattina, lunedì 6 agosto 2018, il contrattacco di Unicredit, che ha deciso di portare in tribunale l’hedge found e di chiedere ben 90 milioni di euro di risarcimento per quanto accaduto.