Le scuole elementari e medie cattoliche degli Usa sono oggi il sistema educativo privato più grande al mondo. Esse offrono un’istruzione di qualità a 2,3 milioni di bambini americani, inclusi molti provenienti da minoranze indigenti delle città più grandi d’America. Benché il sostegno finanziario pubblico fosse negato alle scuole pubbliche cattoliche, per via di un forte senso anti-cattolico della società americana, nel XIX e XX secolo esse fiorirono grazie all’audace visione degli ordini religiosi e ai sacrifici fatti per lo più dai cattolici europei emigrati negli Usa, in reazione a una scuola egemonizzata dai protestanti.
Sfortunatamente, oggi, 40 anni dopo il picco di 5 milioni di studenti iscritti, queste scuole cattoliche elementari e medie sono frequentate dalla metà di quegli studenti, anche se la popolazione americana è aumentata: a livello nazionale, abbiamo chiuso 200 scuole nell’ultimo anno, e circa 1500 nell’ultimo decennio! Inoltre, mentre nel 1950 il 95% dei professori e del personale delle scuole cattoliche americane era composto da persone che avevano preso i voti, oggi il 97% di esse sono laiche. Quindi c’è stata una completa trasformazione di queste istituzioni da religiose a laiche. In un certo senso è un vero miracolo che le scuole cattoliche siano sopravvissute a questa profonda trasformazione, perché i laici hanno bisogno di salari più alti per poter mantenere le famiglie.
Vorrei allora condividere con voi la storia di quello che si può considerare un piccolo miracolo dello Spirito Santo, la nascita dell’Alleanza per l’educazione cattolica (ACE): un gruppo di persone e programmi educativi, una comunità dinamica, piena di fede e impegnata nell’educazione, che sta operando presso l’Università di Notre Dame per rivitalizzare l’istruzione primaria e secondaria cattolica negli Stati Uniti.
Diciotto anni fa stavo visitando un gruppetto di vecchi amici. Quasi per caso dissi a loro che per la Chiesa sarebbe stato meglio investire di più nel miglioramento dei programmi di formazione religiosa presso le parrocchie, perché presto le scuole cattoliche americane sarebbero scomparse. La loro risposta fu indimenticabile, e cambiò la traiettoria della mia vita: cominciarono a gridarmi contro con passione, ma anche arrabbiati! Sostenevano che una cosa del genere non sarebbe mai potuta succedere. Questi amici sfidavano me, e sfidavano Notre Dame, l’università dove stavo lavorando, a fare qualcosa rispetto a questa realtà in crisi.
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D’accordo con altri due amici di Notre Dame pubblicammo una pubblicità a tutta pagina sul giornalino studentesco, The Observer, che diceva a caratteri cubitali: «Stanchi di avere compiti a casa? COMINCIATE AD ASSEGNARLI! Diventa un professore!». La pubblicità conteneva i dettagli per un incontro. Nel 1993, alla prima riunione assolutamente informale, più di 200 studenti si stiparono in un’aula per sentire parlare di un programma universitario non ancora esistente!
Decidemmo, allora, di formare il nostro programma, l’ACE, su 3 pilastri: formare giovani insegnanti preparati; che avrebbero vissuto in un contesto di comunità e amicizia; col desiderio di condividere e far crescere la propria fede e vita spirituale.
Per quanto riguarda l’aspetto professionale, abbiamo sviluppato un modello innovativo di pedagogia che ora è visto come uno dei migliori e più di successo degli USA, e a oggi, il 70% dei nostri 1200 laureati è rimasto nel campo dell’istruzione, nel ruolo di professore, dirigente scolastico o ricercatore in pedagogia.
Per quanto riguarda il pilastro comunitario, per dare ai nuovi professori il sostegno di cui avevano bisogno, decidemmo di far stare insieme i ragazzi in gruppi da 4-7 persone che vivevano insieme in piccole comunità cristiane, condividendo la vita di insegnanti, e di amici.
Infine, terzo pilastro del Programma, ponemmo al centro dell’ACE la nostra fede in Gesù Cristo, e la Sua persona come modello di Buon Insegnante. L’ACE è profondamente eucaristica. Al cuore della nostra preghiera e della nostra esperienza c’è sempre stata l’Eucarestia.
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Una delle prime caratteristiche che colpisce la gente che incontra la nostra comunità è che i nostri insegnanti sono contagiosamente entusiasti, pieni di vita e di energia, perché tutti gli insegnanti dell’ACE condividono il desiderio di restituire i doni che hanno ricevuto.
Adesso davanti abbiamo una nuova sfida: alcuni anni fa avemmo la grazia di ricevere una visita dal Cardinale O’Connor, ex Arcivescovo di New York. In una conversazione con lui stavo parlando di alcune idee sul Programma ACE, e lui mi interruppe e disse: «Senti, Tim, il programma ACE è fantastico. Però penso francamente che tu stia volando troppo basso. ACE è qualcosa di più di un semplice programma: è un movimento laico apostolico, al servizio dell’educazione cattolica».
Questa conversazione ci ha influenzato profondamente, e gli ultimi anni li abbiamo passati a capire che cosa significasse per la nostra comunità, e dove lo Spirito ci stesse conducendo.