“Le famiglie non possono sottrarsi al compito loro affidato dal Santo Padre nel corso dell’Udienza Generale di stamane”. Lo ha dichiarato il Presidente di A.Ge.S.C., Associazione Genitori Scuole Cattoliche, Roberto Gontero, aggiungendo: “Siamo vicini alle parole di Benedetto XVI, e desideriamo ancora una volta ringraziarlo, poiché, sottolineando che la famiglia è ‘la prima scuola per comunicare la fede alle nuove generazioni’, richiama la centralità dei genitori nel percorso educativo”. Stamane, infatti, Benedetto XVI, durante la catechesi dell’udienza generale presieduta in Aula Paolo VI, ha “annunciato l’essenziale” e cioè che Dio è vicino ad ogni uomo poiché non è un’idea astratta ma amore che si è fatto vicino all’uomo attraverso Gesù. Il Pontefice si è posto poi una domanda semplicissima: come parlar di Gesù alla gente? Alla fine dell’udienza, il Papa dà la risposta: bisogna far capire che Dio “non è il concorrente della nostra esistenza”, ma piuttosto il “garante” della “grandezza della persona umana”. E quale luogo privilegiato per tutto questo se non la famiglia? “E in questo compito è importante anzitutto la vigilanza, che significa saper cogliere le occasioni favorevoli per introdurre in famiglia il discorso di fede e per far maturare una riflessione critica rispetto ai numerosi condizionamenti a cui sono sottoposti i figli- prosegue Gontero- Questa attenzione dei genitori è anche sensibilità nel recepire le possibili domande religiose presenti nell’animo dei figli, a volte evidenti, a volte nascoste. Poi, la gioia: la comunicazione della fede deve sempre avere una tonalità di gioia”. Dunque, educare, avendo “sensibilità nel recepire le possibili domande religiose presenti nell’animo” dei figli, è – ha detto il Papa – un chiaro compito dei genitori in quella che è “la prima scuola per comunicare la fede alle nuove generazioni”. “Nello stesso tempo-, ha detto ancora il Presidente dell’ Associazione Genitori Scuole Cattoliche- viene richiamato l’autentico significato del termine educazione, inteso come possibilità di realizzazione umana dell’individuo nell’integralità delle sue esigenze.
Occorre fare nostra tale sfida, poiché, come genitori, siamo chiamati a assumerci la responsabilità di essere i ‘primi messaggeri di Dio’, in ogni contesto che vede impegnati i nostri figli, quello della scuola in particolare”. Inoltre, per il presidente di A.Ge.S.C, senza l‘apporto del nucleo famigliare, il mondo della scuola subirebbe, e spesso accade, una riduzione delle proprie potenzialità, facendo venire meno quella continuità educativa tra famiglia e contesto didattico, condizione adeguata per il percorso di ogni studente. “Non possiamo dimenticare- ha aggiunto ancora Gontero- che la comunità educante nelle strutture didattiche coinvolge anche e, soprattutto, le famiglie che, in un dialogo costante con gli insegnanti, sono impegnate a individuare le migliori opportunità educative”.