Arriva lunedì la terza e ultima temuta prova scritta di questo esame di maturità 2012. L’obiettivo è quello di realizzare un accertamento pluridisciplinare sulla conoscenza delle materie dell’ultimo anno di corso. Nella prova le cinque materie coinvolte e le modalità di svolgimento sono scelte dalla commissione esaminatrice -composta sia da professori interni alla scuola, sia esterni – la quale seguirà le indicazioni espresse nel documento del consiglio di classe sui programmi svolti durante l’anno. Possono essere oggetto della terza prova tutte le materie svolte durante l’ultimo anno. In questo tipo di istituti vengono scelte quattro materie e per ognuna di essere vengono poste tre domande: queste ultime sono a risposa singola, dando un massimo di righe entro cui il candidato deve rispondere.
“Tendenzialmente si tratta di materie che non sono state trattate durante la seconda prova – dice a IlSussidiario.net Piera Benaglio, commissario d’esame in un Istituto Tecnico Commerciale, ragioneria per intenderci – escludiamo quindi italiano, economia aziendale e la scelta verterà, quindi, su matematica, diritto o scienza delle finanze, storia e, per gli indirizzi sperimentali, anche informatica e sicuramente la lingua straniera studiata che solitamente è l’inglese”.
Cosa si devono aspettare gli studenti dal questa terza prova? “Ora c’è poco da fare, non è possibile studiare i programmi di cinque materie: i ragazzi dovrebbero aver studiato con costanza tutto l’anno. In questo caso, il fotofinish non vale!”. Con quali criteri sono state scelte le domande? “Le domande vengono avanzate dagli insegnanti della commissione che ne propongono due versioni per materia e poi si passa ad estrarre a sorte”. Quanto peserà sulla valutazione finale? Il voto espresso è in quindicesimi, come per gli altri due scritti e si va a sommare, appunto, alle altre due prove sostenute per un massimo di 45 punti.
Come giudica questa terza prova? Quali i pregi e difetti? “La prova è strutturata a quiz e si basa sulle conoscenze acquisite dai ragazzi nell’ultimo anno scolastico, quindi si tratta di un bagaglio enormemente vasto. Ad esempio, la nostra commissione ha scelto di proporre domande molto specifiche e mirate dando solo dieci righe per ogni risposta: in pratica, si tende solo a valutare se l’alunno ha studiato, in maniera puramente nozionistica, l’argomento. Non dà la possibilità di compiere ragionamenti o collegamenti particolari. Peggio ancora se avessimo scelto le domande con risposte multiple”.
Cosa si aspetta da uno studente? “E’ una domanda molto difficile, poiché questa terza prova non riesce a valutare la maturità e il frutto di un percorso di studi. Mentre nella seconda prova emerge ciò che hai acquisito nel triennio, cioè come svolgere un problema e riuscire a ragionarci, nell’esame di lunedì è impossibile: è troppo limitativo e non viene valutata la flessibilità, la capacità di applicare le regole acquisite”. Se potesse, come cambierebbe, dunque, questa terza prova? “La abolirei e darei più spazio al colloquio, come era nella vecchia prova di maturità: due prove scritte, che sono più che sufficienti, e un orale magari un po’ più lungo e corposo. Il colloquio permette all’alunno di esprimersi in pieno, mentre questa tipologia di prova appiattisce alcune capacità”.
Per l’Istituto Tecnico Industriale abbiamo, invece, interpellato Laura Pavia, anch’essa in commissione. E’ possibile qualche prova pratica? “Sì, anche se per la nostra scuola non ne prevediamo”. Ha dei consigli da dare agli studenti? “Il lavoro deve essere già stato svolto con cura durante l’anno e i ripassi dell’ultimo momento, vista la mole di nozioni da imparare, sono totalmente inutili. Il bagaglio di informazioni si costruisce durante tutto l’anno. Ad esclusione delle materie che sono state oggetto delle prime due prove, le altre sono ugualmente probabili. Almeno, quelle che riguardano i docenti presenti in commissione”. Come giudica la prova? “E’ sempre un grosso punto di domanda e, variando da scuola a scuola, dipende inevitabilmente dalle scelte fatte dai commissari e da come intendono impostare la prova e quali sono i punti che desiderano verificare. Personalmente, ritengo che se la prova arrivasse dal Ministero sarebbe più oggettiva e, quindi, darebbe un giudizio più obiettivo”.