Caro direttore,
Naturalmente rispondo dell’articolo e non del titolo. Rispondo come dirigente scolastico responsabile di Disal, un’associazione professionale di dirigenti scolastici. Due precisazioni necessarie per dare all’articolo una giusta lettura.
Ribadisco innanzitutto che i testi reperibili sul sito Cisl non permettono di verificare se quanto a loro attribuito da Repubblica corrisponda al vero. Lo stesso sig. Scrima non offre alcun nuovo testo da cui desumere quanto a lui attribuito da Repubblica, anche se la nota da lui inviata sembra invece confermarlo.
Il mio articolo non addebita da nessuna parte al sig. Scrima “pensieri mai espressi”. Lo pregherei dunque di entrare nel merito dei problemi e dei dati riportati, problemi che ogni dirigente scolastico impegnato tocca da anni quotidianamente con mano.
Secondo il sig. Scrima non ci sono ritardi negli accrediti di fondi da parte del Miur. Che strano… Nell’articolo ho citato date, reperibili in ogni archivio delle scuole statali. Ho provato a risalire di qualche anno per cercare “assegnazioni tempestive” di fondi ministeriali, ma non le trovo. Che strana questa difesa dei finanziamenti ministeriali, che invece in diversi comunicati Cisl sono, giustamente, costantemente attaccati.
Non ho criticato la richiesta dell’utilizzo dei fondi non spesi: ho sollevato critiche su questa “strana scoperta”, sul gioco avviato del “se le scuole non spendono, le risorse avanzano”. Il rischio del modo di dare informazione da parte di Repubblica gioca invece a favore di chi vuole ridurre i finanziamenti alle scuole.
Non capisco come la restituzione dei fondi non spesi nelle scuole che li hanno, ridurrebbe “i disagi” a quelle che “seriamente impegnano le proprie disponibilità”. Temo (perché è già avvenuto) il contrario: a pagare le conseguenze sarebbero proprio le scuole attive, che programmano e quindi usano le risorse, poiché l’erogazione, come ben sa il sig. Scrima, è fatta su parametri fissi, senza distinguere tra le situazioni serie e attive da quelle pigre o semplicemente strettamente lige alle disposizioni, come ben lascia intendere nell’articolo di Repubblica il mio collega Iannaccone dell’Andis.
Il sig. Scrima attribuisce poi all’articolo quello che dentro non c’è: dove ha trovato le accuse di poca serietà al sindacato? E dove sarebbe l’unanimità sindacale che lui ricorda? Come mai la Cgil proprio ieri ha commentato sul proprio sito, in modo ben diverso da queste note del sig. Scrima, l’ipotesi, da lui condivisa, di sottrarre alle scuole i fondi del Mof?
Infine ci permetta il sig. Scrima di chiedergli cortesemente di non tentare di interpretare le intenzioni di mons. Galantino e di rileggere con attenzione la sua intervista su Avvenire dove egli si riferisce a “tutti” i tagli fatti alla scuola pubblica. Tant’è vero che l’intervistato denuncia anche i tagli alle scuole pubbliche paritarie, che stanno togliendo lavoro a migliaia di docenti e non docenti di quelle scuole.
Alla Cisl stanno a cuore solo gli scatti di anzianità? Ma allora il grande lavoro dei tanti docenti e non docenti per tutte le attività progettate per gli studenti e compensate con il Fis non va considerato come lavoro del personale della scuola? Invece gli scatti di anzianità avuti nello stipendio da chi fa numerose assenze, da chi non accetta mai impegni aggiuntivi a servizio della scuola, da chi non accetta mai di assumersi responsabilità e impegni, questo sì che è compenso per il lavoro per la scuola? Dobbiamo essere tutti più sereni, attenti a “tutte” le esigenze reali delle scuole e dialogare con obiettività.
Roberto Pellegatta
dirigente scolastico, DiSAL
Caro direttore,
non voglio abusare della vostra ospitalità, ma devo una risposta al sig. Pellegatta e cercherò di renderla telegrafica. 1) Non ho mai negato i ritardi di quest’anno negli accreditamenti da parte del Miur. Ho solo detto, e lo confermo, che non sono questi la causa dell’accumularsi di risorse non spese. 2) Ribadisco che tutti i sindacati, nell’incontro del 28 gennaio, hanno condiviso l’ipotesi di un utilizzo delle risorse non spese per contenere i disagi di quelle scuole che le hanno interamente utilizzate. 3) Sulle difficoltà della scuola paritaria, il sig. Pellegatta evidentemente non conosce le posizioni della Cisl Scuola. Se crede, può farsele illustrare da qualche lavoratore del settore o dagli stessi enti gestori, che in ripetute occasioni le hanno fatte oggetto di pubblico apprezzamento. Quanto sopra al fine di ristabilire un minimo di obiettività del dialogo.
Roma, 6 febbraio 2014
Francesco Scrima
segretario generale Cisl Scuola