Novità sul fronte dei ricorsi fatti contro il concorso scuola docenti 2016 indetto a febbraio 2016 dal Miur e inserito tra i programmi della riforma Buona Scuola: come annunciava ieri sera il portale di Orizzonte Scuola, è stata accolta una sentenza di Anief per quanto riguarda il concorso per tutti i docenti in possesso di diploma magistrale a indirizzo sperimentale linguistico conseguito entro il 2001/2002 «con un’Ordinanza che richiama i precedenti favorevoli già ottenuto dal nostro sindacato e conferma il loro pieno diritto alla partecipazione con riserva alle procedure concorsuali». In pratica l’avvocato Sergio Galleano per Anief ha ottenuto la nuova conferma sulla possibilità di partecipazione al concorso di quest’anno per tutti questi docenti di indirizzo linguistico e con queste caratteristiche sopracitate. Il commento del Presidente di Anief, Marcello Pacifico, è come al solito molto duro con il Miur con cui ha comunicato per questo concorsone nazionale una vera battaglia di categoria: «L’esclusione dal concorso dei diplomati magistrale a indirizzo linguistico, così come quella degli specializzandi sul sostegno, dei docenti ISEF, degli ITP impossibilitati ad abilitarsi e dei docenti di ruolo era palesemente illegittima; il Tribunale ci ha dato nuovamente ragione confermando le nostre tesi e condannando il Ministero dell’Istruzione a pagarne anche le spese. Siamo soddisfatti di aver ottenuto, ancora una volta, il rispetto della professionalità di quanti, da anni, sono impegnati nella scuola come precari e che avevano pieno diritto a poter partecipare al concorso per accedere alle immissioni in ruolo». Ennesima sconfitta in tribunale per il Ministero dunque, che dovrà ora stabilire una risposta e una conformazione nuova per tutti i docenti che hanno vinto tali ricorsi: Aniefa ricorda che il MIUR deve ancora fissare la calendarizzazione delle prove suppletive per i docenti destinatari di ordinanze cautelari che non hanno potuto materialmente partecipare al concorso; «è necessario mobilitarsi affinché le Amministrazioni facciano il loro dovere nel rispetto degli ordini giudiziali».