Per quanto riguarda la scuola primaria e dell’infanzia i candidati al concorso scuola 2016 che passeranno la selezione entreranno in ruolo nel 2017/18. A comunicarlo, riferisce OrizzonteScuola, è stato il ministero dell’Istruzione durante l’incontro con i sindacati che si è svolto ieri. Non ci sono infatti i tempi per concludere le procedure concorsuali per la scuola dell’infanzia e primaria affinché le assunzioni dei vincitori del concorso scuola 2016 avvengano a partire dall’anno scolastico 2016/17 che sta per iniziare. E anche per quanto riguarda la scuola secondaria, secondo i dati in possesso del Miur, si legge sempre sul portale di riferimento dei docenti, non sarà possibile effettuare immissioni in ruolo da quest’anno scolastico per il 18% delle classi di concorso per cui sono stati banditi i posti: si tratta in ogni caso di dati in continua evoluzione per cui le cifre potrebbero subire modifiche (clicca qui per leggere tutto).
Le prove del concorso scuola 2016 non saranno completate in tutte le regioni prima dell’inizio del prossimo anno scolastico. Al suono della campanella mancano infatti pochi giorni ma la selezione bandita dal Miur è tutt’altro che conclusa. Per quanto riguarda la Sicilia, come riporta il Quotidiano di Sicilia, il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Luca Girardi, ha confermato che “al momento non sono ultimate tutte le prove orali, e che al 10 settembre 37 classi sulle 44 messe a bando lo saranno. Per le restanti tra cui spiccano le più grosse inerenti la scuola dell’infanzia, la primaria e l’italiano, le relative prove orali slitteranno e saranno completate tra dicembre e gennaio”. E sui bocciati il direttore dell’Ufficio scolastico regionale siciliano, Maria Luisa Altomonte, spiega che “i risultati sono stati mitigati dal numero di posti messi a bando proprio nell’isola, inferiori rispetto ad altre regioni del nord e anche il numero dei bocciati in proporzione risulta inferiore rispetto a regioni come la Lombardia”. (clicca qui per leggere tutto).
Continuano le denunce riguardo al concorso scuola 2016 che prosegue anche in questi giorni a ridosso dell’inizio del nuovo anno scolastico. Una docente che ha partecipato alla selezione scrive una lettera pubblicata da OrizzonteScuola in cui denuncia imprecisioni riguardo alle prove per primaria e infanzia. Per quanto riguarda le tracce nella lettera si prendono in considerazione “nello specifico i quesiti a risposta aperta relativi alla classe di concorso Scuola Primaria ed alla classe di concorso Scuola dell’Infanzia. Il quesito n. 1 ed il quesito n. 6 per la Scuola Primaria chiedevano di descrivere un’attività “per una classe del primo ciclo” (mentre i restanti quesiti specificavano la classe o chiedevano ai candidati di specificarla). Ebbene, qual era il senso di tale espressione su quel foglio, in quella prova di quel giorno? Cosa si intendeva per “primo ciclo”?” (clicca qui per leggere tutto).
Non accenna a placarsi la polemica sul concorso scuola 2016 e in particolare sull’alto numero di candidato bocciati alle prove scritte e orali. A chi sostiene che i docenti siano impreparati risponde anche il saggista Claudio Giunta in un articolo pubblicato sul Sole24ore. Giunta sostiene che le domande del concorso scuola 2016 siano state “estremamente complesse” e “anche scritte male”. Ma l’aspetto su cui Giunta punta il dito in particolare è il tempo a disposizione dei candidati per rispondere ai sei quesiti. “Quello che lascia allibiti è il tempo – scrive il saggista -. Per svolgere questa prova, i candidati hanno a disposizione 150 minuti, cioè due ore e mezza. In due ore e mezza io avrei saputo rispondere dignitosamente a due, forse a tre di queste domande. Perché bisogna riflettere, organizzare la materia, scrivere e – dato che i primi getti sono sempre mediocri – riscrivere. (…) Ora, io escluderei che una prova del genere, nel tempo assegnato, possa essere svolta decentemente da parte di chicchessia, anche del migliore studioso di letteratura italiana”. Riguardo alle prove del concorso scuola 2016 Giunta si chiede infine: “Perché non dare più tempo ai candidati, o perché non assegnare meno domande, o dare la possibilità di sceglierne un paio tra molte, in modo da poter fare poche cose bene, e non tante cose male?” (clicca qui per leggere tutto).