Nata dal matrimonio fra il padre Luigi Rodolfo di Brunswick-Luneburg e la madre Cristina Luisa di Oettingen-Oettingen, Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel subirà il volere del nonno Antonio Ulrico per il suo futuro matrimonio con Carlo D’Asburgo, all’epoca arciduca in quanto secondogenito del padre Leopoldo I. Non accoglierà però volentieri l’ordine della famiglia per motivi religiosi, dato che la tredicenne non accetta l’obbligo di dover abbandonare la sua fede protestante per convertirsi a quella cattolica. Il nonno Duca però adotterà uno stratagemma per annullare ogni suo rifiuto: chiederà infatti al teologo Johann Fabricius di trovare un modo per far digerire al meglio la conversione alla ragazza. Il luterano così convincerà Elisabetta Cristina che in realtà è Dio a chiederle di abbracciare il Cattolicesimo, in quanto nei suoi piani divini c’è il futuro posto di regina di Spagna. In visione di questa prospettiva, la conversione doveva considerarsi solo parte del cammino che l’avrebbe condotta al trono e per questo non sarebbe stata vista come un peccato. Sarà quindi la suocera e Imperatrice Eleonora Maddalena di Neuburg a impartirle i rudimenti basilari della religione. Le pressioni per la ragazza però non sono ancora finite: come scrivono Charles W Ingrao e Andrew L Thomas nel loro Queenship in Europe 1660-1815: The Role of the Consort, dovrà prima dimostrare di essere illibata e sottoporsi a una visita medica. Le nozze verranno celebrate invece nel 1708, anno in cui la futura Imperatrice festeggia il suo diciassettesimo anno d’età.
Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, una vita di costrizioni
Le costrizioni faranno spesso parte della vita di Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, persino in seguito alle nozze con Carlo VI d’Asburgo. Entrerà infatti in competizione con Filippo V di Borbone per assicurare che il marito possa togliergli la possibilità di ottenere il trono di Spagna. Quando il rivale dell’Arciduca avrà il primo figlio, anche Elisabetta Cristina verrà costretta a dare alla luce un erede al trono. Lo dimostrano le continue lettere inviate alla madre, come citato in Queenship in Europe 1660-1815: The Role of the Consort dai due autori Charles W Ingrao e Andrew L Thomas. Attenta e discreta, modesta quanto intelligente, durante il periodo in cui sarà Imperatrice riuscirà a dimostrare di avere grandi doti in tutte le arti. Non rimarrà però all’oscuro degli interessi politici e in qualche caso farà sentire la sua voce in modo indiretto, avvalendosi di alcuni familiari tedeschi per promuovere il trattato fra l’Austria e la Russia e per impedire che alle figlie venisse assegnato un marito della famiglia reale spagnola. In via ufficiale tuttavia, Carlo VI le toglierà la possibilità di avere un’influenza politica fin dagli anni in cui si stabiliranno in Austria, dopo aver guidato la Catalogna come Governante Generale. La salute non le porterà intanto fortuna, soprattutto per i trattamenti che i medici le daranno perché dia alla luce un maschio. Nove anni più tardi però l’Imperatore dovrà fare i conti con l’impossibilità di avere un erede e la salute sempre più cagionevole della moglie, la sua White Liz, come la soprannominerà per via dell’incarnato pallido.