Emanuela Orlandi, il caso della ragazza scomparsa stasera a "Quarto Grado". Il fratello Pietro a Gianluigi Nuzzi dopo l'archiviazione dell'inchiesta: "Non ci fermiamo qui perché..."
EMANUELA ORLANDI, IL FRATELLO A GIANLUIGI NUZZI: “NON CI FERMIAMO QUI”
“Non finisce qui e non ci fermiamo” ha avuto modo di ribadire Pietro Orlandi, dopo le reazioni a caldo di ieri, a proposito della decisione del Vaticano di archiviare l’inchiesta che era stata avviata a seguito della richiesta della famiglia di esaminare quei resti che erano rimasti sepolti nei sotterranei del Cimitero Teutonico di Roma e di cui si era venuto a sapere la scorsa estate. “Ci sembra assurdo” ha spiegato il fratello di Emanuela che come anche il legale che segue il caso ha più di qualche dubbio sull’archiviazione nonostante tra le motivazioni vi sia quella che i resti più recenti tra quelli rinvenuti risalirebbero ad almeno cento anni fa e quindi non sarebbero riconducibili alla quindicenne scomparsa nel 1983. Tuttavia come si è appreso la famiglia Orlandi potrà comunque richiedere accertamenti ulteriori a proposito di alcuni frammenti che sono stati repertati e al momento si trovano custoditi presso la Gendarmeria. Una delle contestazioni che vengono fatte a questa archiviazione è che si sarebbe proceduto a un esame solo visivo delle ossa, cosa non sufficiente: “Siamo perplessi” ha detto Laura Sgro, la legale degli Orlandi, spiegando che non è sufficiente un esame visivo per mettere la parola fine su questa vicenda mentre l’unica nota positiva è che ora potranno essere condotti nuovi accertamenti ed esami supplementari su quelle ossa rinvenute in quei sotterranei.