Si è ormai abituati a prendere per vero qualsiasi “cursus honorum” dei grandi protagonisti della politica e cultura italiana: eppure di casi che dovrebbero insegnarci qualche “remora” ne abbiamo visti in questi, basti pensare al curriculum “bizzarro” dell’ex Premier Giuseppe Conte. Da ultimo, il “caso” di Enrico Letta appena eletto segretario del Partito Democratico: dopo 7 anni da quel lontano “Enrico stai sereno” di Renzi, le dimissioni di Zingaretti lo hanno proiettato al grande ritorno in politica, dovendo così lasciare l’insegnamento e la presidenza della Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi.
Ebbene, al “professor Letta” – come si sente normalmente ripetere per via di un preciso cursus honorum – oggi Dagospia prova a fare un “pelo/contropelo” non da poco: «Letta è diventato professore, e poi rettore, per chiamata, senza trafila concorsuale e cursus honorum come si fa oggi in Italia per accedere al ruolo di docente», spiega con dovizia di particolari la nota del quotidiano online. Servono normalmente 15-20 anni prima di giungere ad un ruolo di prestigio e dirigenza come quello in dote al nipote di Gianni Letta, eppure per lui la presidenza della SciencePo è giunta dopo pochissimi anni di insegnamento.
LA RICHIESTA DI DAGOSPIA A LETTA
La trafila accademica universitario, come è noto a ciascuno minimamente competente in materia e sul campo, è lunghissima: ma perché non è stata applicata con Letta (e come per lui anche tantissimi altri nomi di prestigio)? Semplice, conclude Dagospia, perché ancora oggi i “baroni universitari” vogliono avere il potere di decidere chi e come entri in Università: «se Letta oggi partecipasse all’Abilitazione scientifica nazionale, poniamo in un raggruppamento disciplinare dell’area di Scienze Politiche, non avrebbe nessuna possibilità di superare il concorso in quanto non ha una monografia scientifica scritta negli ultimi cinque anni». Avrebbe solo titoli presentabili per l’Abitazione dopo che è stato chiamato a insegnare e non prima.
Per tutti questi motivi, il quotidiano fondato da Roberto D’Agostino lancia una sfida al nuovo segretario Pd «se pensiamo che sia giusto che Enrico Letta, lasciato il Parlamento, abbia fatto il docente per meriti professionali e di studio, e noi lo crediamo, chiediamo a Letta che si mobiliti per fare in modo che anche in Italia si possa fare così». Un primo serio impegno per il n.1 Dem sarebbe quello di «farla finita in Italia con i cursus honorum costruiti fittiziamente dai baroni (finte pubblicazioni, finte peer-review, borse di studio farlocche e assegnate a chi si vuole, pseudo ricerche, pseudo parametri scientifici, nessuna importanza al lavoro, nessuna importanza allo studio individuale) per far superare ai protetti l’Abilitazione nazionale e poi costruire per loro un concorso ad hoc locale». La richiesta pone idealmente a Letta la possibilità di richiedere in ambito universitario l’agevolazione per la chiamata a insegnare «chi merita ed eccelle nello studio e nelle professioni». Non servono né leggi né fondi speciali, chiosa Dagoreport, «Basta che per ogni nuovo docente che entra in una università attraverso l’Abilitazione scientifica e successivo concorso-farsa in sede locale quello stesso ateneo sia obbligato a inserire un altro docente per chiamata, sganciato dalle logiche dei concorsini, purché abbia qualità scientifiche e professionali dimostrabili, s’intende!».