Eredità Agnelli, spunta testamento nascosto per 27 anni/ "Avvocato puntava su Edoardo, non su John Elkann"
EREDITÀ AGNELLI, ORA LO SCONTRO SUL TESTAMENTO DEL ’98
Non smette di regalare colpi di scena la saga ereditaria della famiglia Agnelli, perché ora spunta un testamento olografo del ’98 in cui l’Avvocato lasciava al figlio Edoardo il 25% della società Dicembre, quella che controlla Exor, holding che a sua volta possiede i colossi Stellantis, Ferrari, Juventus e Gedi, oltre ad avere altre partecipazioni. Di fatto, è la cassaforte della famiglia. Quando Gianni Agnelli morì nel 2003, il figlio Edoardo non c’era più, essendo morto tre anni prima in circostanze drammatiche.
Dopo 27 anni, è spuntato fuori un foglio dall’archivio dell’avvocato Franzo Grande Stevens, lo storico consulente della famiglia. Come ricostruito dalla Verità, si tratta di una copia fotostatica, non è l’originale, ma per i legali di Margherita è la prova che non sono state rispettate le volontà di Gianni Agnelli. Se la quota andava a Edoardo, dopo la sua morte doveva passare ai suoi eredi, quindi Marella e Margherita.

Quest’ultima e i suoi legali sostengono che questo testamento sia valido, non essendo stato mai revocato, e dimostra che John Elkann non era destinato a diventare l’unico erede della cassaforte. Invece, per i figli di Margherita Agnelli (John appunto, Ginevra e Lapo) il documento è irrilevante, perché Edoardo era già morto quando Gianni scomparve, quindi la disposizione è inefficace, ricordando che la successione è chiusa da vent’anni.
COSA CAMBIA DOPO LA SCOPERTA DEL TESTAMENTO “NASCOSTO”
L’Avvocato chiudendo il testamento scriveva di essere certo che gli altri congiunti avrebbero accettato la sua decisione senza muovere contestazioni. Invece, quel foglio è finito al Tribunale civile di Torino. A consegnarlo gli avvocati di Margherita Agnelli nella guerra familiare che va avanti da anni. Fonti vicine alla donna riferiscono che il documento non sia una trovata dell’ultima ora: nessuno lo aveva distrutto, ma neppure mostrato.
A livello pratico, quel documento non cambia nulla, in quanto la quota di Edoardo è passata alla moglie dell’Avvocato e alla figlia Margherita, ma nell’ambito della battaglia familiare ha un peso, perché quel testamento dimostra che la disposizione in cui l’Avvocato destinata la quota al nipote in realtà non era la sua ultima e definitiva volontà.
“Al contrario emerge come al nipote sarebbe dovuta spettare soltanto una partecipazione minoritaria, mentre quella a lui riconducibile doveva spettare al figlio Edoardo e, in mancanza, ai suoi eredi legittimi“, cioè Marella Caracciolo e Margherita Agnelli. Quel testamento, però, è stato “tenuto nascosto” e “ignorato“. Alla luce di tutto ciò, Margherita Agnelli conclude che le ultime volontà del padre siano state “tradite“.
