Gli obiettivi bellici dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza sono “l’eliminazione di Hamas e la restituzione degli ostaggi in Israele”, come ha assicurato nuovamente lunedì 4 dicembre il ministro della Difesa, Yoav Gallant. La tregua è terminata il 1 dicembre e l’esercito sta intensificando gli attacchi e il dispiegamento nel sud dell’enclave. Una serie di inchieste pubblicate sulla stampa israeliana e britannica spiegano ora che l’esercito israeliano utilizzerebbe l’intelligenza artificiale per pilotare le sue campagne di bombardamento e raggiungere gli obiettivi dichiarati. Secondo il Guardian, la principale piattaforma oggi utilizzata dall’esercito si chiama “Habsora”.
In una pagina del suo sito web l’esercito israeliano presenta questo software come un sistema che “permette l’uso di strumenti automatici per produrre bersagli a ritmo rapido. migliorare l’intelligenza (…) con l’aiuto dell’intelligenza artificiale”. La pagina ne parla come “una fabbrica bersaglio” che “opera ventiquattro ore su ventiquattro”. Queste parole seguono quelle sul numero di attacchi e obiettivi che l’esercito israeliano comunica ogni giorno dal 7 ottobre scorso. Il 3 dicembre, le autorità militari hanno dichiarato di aver effettuato “circa 10.000 attacchi aerei” su Gaza dal 7 ottobre. L’esercito israeliano avrebbe aumentato il numero di bersagli con Habsora e “accelerato il più possibile il ciclo di bersagli”, secondo Laure de Roucy-Rochegonde, ricercatrice presso l’Istituto francese di relazioni internazionali (IFRI).
Così Israele utilizza l’intelligenza artificiale
Laure de Roucy-Rochegonde, ricercatrice presso l’Istituto francese di relazioni internazionali, ha spiegato che il sistema che protegge il territorio israeliano dalle minacce aeree ha come “tempo concesso agli operatori, spesso giovani che prestano servizio militare, circa un minuto”. “Le tecniche utilizzate dall’IDF per il suo algoritmo appaiono tuttavia piuttosto classiche. Non c’è nulla di particolarmente nuovo” spiega. Habsora è nota agli ambienti specializzati dal 2021, anno in cui la piattaforma venne ufficialmente testata per la prima volta dall’esercito israeliano. L’obiettivo di Habsora è quello di aggregare masse di dati cosiddetti “eterogenei”, che possono provenire sia dall’intelligenza umana che da quella spaziale, tramite conversazioni oppure osservazioni visive.
Gaza, dal 7 ottobre, appare come “un terreno sperimentale su larga scala”, sottolinea Julien Nocetti, ricercatore associato all’IFRI e specialista in conflitti informatici e digitali. Habsora è “una continuazione di ciò che l’IDF ha fatto per anni elaborando grandi quantità di dati riguardanti migliaia di palestinesi per scopi di sicurezza interna. Ma oggi i software li rielaborano facendo un ulteriore passo avanti”, aggiunge. Utilizzando questa tecnologia, Israele starebbe progettando attacchi “sulle abitazioni in cui vive un solo membro di Hamas, anche se agisce come agente subordinato” del movimento. Questo ha portato alla distruzione di interi edifici per un unico obiettivo.