Alla fine l’ha fatto: il giorno dell’atteso discorso sull’immigrazione di Donald Trump, candidato repubblicano alle Elezioni Usa 2016, è arrivato e non ha tradito le aspettative, anzi. Da Phoenix, dov’era programmato il comizio, l’imprenditore newyorchese ha smentito tutte le voci che nelle ultime settimane lo volevano vicino ad adottare una posizione più morbida in fatto di immigrati per non alienarsi il voto di milioni di cittadini di origine ispanica che votano in America. Trump, in una sorta di lascia o raddoppia, ha scelto la seconda opzione, decidendo di proseguire sulla linea di pugno duro predicata fin dall’inizio della sua cavalcata alle primarie del Gop. E dire che la sua giornata era iniziata in maniera del tutto diversa. The Donald, infatti, in mattinata si era recato a Città del Messico per incontrare il presidente messicano Enrique Peña Nieto. Molti analisti politici avevano fatto due più due: era molto sospetto che a poche ore dal discorso programmatico sull’immigrazione, Trump si recasse in Messico, il paese interessato dal progetto di costruzione di un muro divisorio al confine sul modello della Muraglia Cinese, per incontrare il suo capo di Stato. In tanti credevano che Trump avesse viaggiato fino lì per stringere una sorta di accordo con Peña Nieto, per poi annunciarlo nel comizio di Phoenix. È successo invece che abbiamo visto i due volti di Trump. Nella conferenza stampa seguita all’incontro con il presidente messicano, Trump ha definito il confronto “eccellente”, parlando di una grande unità d’intenti con il capo di stato messicano. Alla domanda scottante sulla costruzione del muro, Trump ha risposto che certamente verrà costruito, ma che non si era discusso su chi sarebbe stato a pagarlo. Entrambi i leader si sono poi scambiati complimenti reciproci, con Trump che a prima vista ha dato l’impressione di essere un leader in visita ad un paese amico tenendo un atteggiamento molto presidenziale. Fin qui tutto bene. Fin qui, appunto. Quando Donald Trump qualche ora dopo è salito sul palco allestito a Phoenix per il suo discorso, lo stile da moderato è passato ad infervorato; il tono da pacato ad aggressivo. Trump, in breve, è tornato ad essere quello delle primarie.
Come riportato dal Wall Street Journal, Trump ha illustrato il suo programma sull’immigrazione in 10 punti, che riassumiamo di seguito:
Attentato a Trump, Wray (FBI): "Forse non è stato colpito da proiettile"/ Lui replica: "Falso, lo licenzierò"
1)Costruiamo un muro e lo paga il Messico – A dispetto di quanto riferito nella conferenza stampa con Peña Nieto, oltre a ribadire la costruzione del muro al confine meridionale degli Stati Uniti con il Messico, Trump ha assicurato che a pagarlo saranno proprio i messicani:”Al 100%. Loro non lo sanno ancora, ma lo pagheranno. Ci sono grandi persone e grandi leader ma pagheranno loro”.
Obama endorsement per Kamala Harris/ Barack e Michelle: “sarà Presidente”. Come cambiano gli scenari Dem Usa
2)Cattura e rilascio degli immigrati – Trump ha assicurato che chiunque varcherà il confine illegalmente verrà prima catturato e poi messo in carcere fino a quando non sarà possibile rimuoverlo dal Paese.
3)Tolleranza zero verso i criminali stranieri – Il candidato repubblicano ha detto che attualmente negli Stati Uniti sono presenti 2 milioni di criminali stranieri. La prima cosa che farà il giorno che prenderà possesso dello Studio Ovale sarà quella di coordinarsi con le varie forze dell’ordine per identificarli e rimuoverli dal Paese. Trump ha annunciato anche la costituzione di una “Deportation Task Force” che avrà il compito di individuare e rimuovere rapidamente tutti gli altri immigrati criminali che hanno eluso i controlli:”I loro giorni stanno per finire”.
Obama non sostiene ancora Kamala Harris: cosa succede/ Fonti Dem: “ira Barack, non crede possa battere Trump”
4)La fine delle “città-santuario”– Con il termine “sanctuary-city” in America si indicano quelle aree del Paese in cui le persone non vengono perseguite in quanto immigrati illegali. Queste città non utilizzano risorse per far rispettare le leggi federali in materia di immigrazione, né attuano controlli per verificare lo stato di immigrazione di un individuo. Trump ha annunciato che “le città che si rifiutano di cooperare con le autorità federali non riceveranno dollari dei contribuenti”, e ha aggiunto che lavorerà perché il Congresso approvi una legge che al contrario premi quelle che assistono le autorità federali.
Obama non sostiene ancora Kamala Harris: cosa succede/ Fonti Dem: “ira Barack, non crede possa battere Trump”
5)Stop alle amnistie – Trump ha detto che annullerà immediatamente le due amnistie riguardanti circa cinque milioni di immigrati ordinate da Obama.
6)La lista delle nazioni pericolose – Il tycoon ha annunciato che con l’aiuto del Dipartimento di Stato, con quello di Giustizia e con quello della Sicurezza Interna, stilerà una lista di regioni e nazioni dalle quali non saranno più accettati nuovi migranti. Dai fatti dell’11 settembre fino al 2014, 380 individui stranieri, a detta di Trump, si sono macchiati di atti di terrorismo negli Stati Uniti. Per questo motivo The Donald ha intenzione di negare l’accesso ai cittadini delle aree considerate più a rischio: compresi i rifugiati di Libia e Siria. Per ogni rifugiato insediato negli Usa, 12 verranno ricollocati nelle regioni d’appartenenza. In più Trump ha annunciato che verranno svolti dei test per i quali sarà prevista una “certificazione ideologica” che accerterà che gli immigrati che vogliono entrare negli Usa condividono i valori degli Stati Uniti e amano la loro gente.
Obama non sostiene ancora Kamala Harris: cosa succede/ Fonti Dem: “ira Barack, non crede possa battere Trump”
7)Nessun rifiuto di rimpatrio – Per il momento, ha detto Trump, ci sono 23 nazioni che hanno rifiutato di rimpatriare i propri migranti, anche se questi sono violenti criminali. A causa di una sentenza della Corte Suprema questi Paesi hanno il diritto di farlo e gli Usa sono costretti a tenere questi immigrati nel loro territorio. Trump ha chiarito che modificherà le leggi garantendo la deportazione di questi individui.
8)Rinforzare il sistema dei visti – Trump ha assunto l’impegno di completare il sistema biometrico dei visti in entrata e in uscita dagli Usa. Impronte digitali, fotografie di ogni extracomunitario entrato negli Usa verranno prese al confine. Trump ha anche detto che se qualcuno pensa di sfruttare la politica di Obama e Clinton ottenendo un visto temporaneo per poi restare a vita negli Usa si sbaglia di grosso: tra le prime cose che farà ci sarà quella di rispedire a casa tutti gli immigrati il cui visto è scaduto.
Obama non sostiene ancora Kamala Harris: cosa succede/ Fonti Dem: “ira Barack, non crede possa battere Trump”
9)L’utilizzo dell’E-Verify -Trump ha detto che si assicurerà che l’E-Verify, un sistema che dovrebbe garantire l’eleggibilità degli americani per le posizioni lavorative vacanti, venga ampliato a tutto il Paese.
10)Gli obiettivi da raggiungere – L’ultimo punto del piano sull’immigrazione di Trump prevede l’istituzione di una nuova commissione per l’immigrazione che sviluppi una serie di riforme capace di raggiungere come obiettivi il non superamento della storica soglia di migranti rispetto alla popolazione americana, la selezione di quelli che possono restare negli Usa poiché auto-sufficienti, abili, meritevoli e competenti. E infine un aumento nei controlli affinché i posti di lavoro vacanti vengano offerti prima ai disoccupati statunitensi nel rispetto dello slogan “America, first”.
Obama non sostiene ancora Kamala Harris: cosa succede/ Fonti Dem: “ira Barack, non crede possa battere Trump”
Eccolo il piano di Trump sull’immigrazione in dieci punti: un programma improntato su una linea dura e conservatrice. Ad apprezzarlo saranno soprattutto i Repubblicani più estremisti, gli stessi che hanno consentito a Trump di trionfare nelle primarie del partito. Ma lo abbiamo detto e ripetuto più di una volta, e Trump stesso sembrava essere arrivato a capirlo: sono le Elezioni Usa 2016, non le primarie del Grand Old Party. Nel mancato salto di qualità tra una competizione e l’altra potrebbe trovarsi il motivo della probabile sconfitta di Donald Trump. (Dario D’Angelo)