In un paese travolto dalla eruzione che ha provocato in queste ore un devastante tsunami di cui non si conosce ancora il numero delle vittime, ci si muove per difendere il diritto della popolazione cristiana a celebrare il Natale. L’Indonesia è il paese al mondo con il maggior numero di islamici e in alcune parti è addirittura in vigore la sharia. Non per questo il governo si rifiuta di difendere i cristiani. Sono infatti stati messi in allerta ben 90mila poliziotti da mettere a guardia delle circa 50mila chiese presenti nel paese, mentre i giovani del movimento Nahdlatul Ulama, il gruppo islamico moderato più grande dell’Indonesia, si sono offerti volontari per sorvegliare personalmente alcune chiese. La paura infatti è che come già successo in passato, ad esempio lo scorso maggio nella chiesa di Santa Maria nella parte est di Giava, si possano verificare attentati terroristici dei radicali musulmani.
MUSULMANI A DIFESA DEI CRISTIANI
In quell’occasione rimasero uccise 18 persone. Davanti alla cattedrale di Giacarta invece saranno dislocati ben 300 tra poliziotti e soldati. I tentativi di riconciliazione nel paese sono molti: lo scorso marzo 124 terroristi condannati al carcere hanno incontrato 51 sopravvissuti di diversi attacchi e i loro familiari. Uno degli ex terroristi, responsabile di aver ucciso 3 cristiani, ha espresso tutto il suo pentimento per ciò che ha fatto: “Mi sono pentito e aiuterò il governo a educare altri a non seguire il percorso che ho fatto io”. Così ha fatto un membro di un gruppo islamista che nel 2002 uccise ben 200 persone: “E’ davvero difficile per me vedere di persona i sopravvissuti colpiti con disabilità permanenti, non pensavo che sarebbe successo quello che è successo” ha aggiunto “mi dispiace e chiedo scusa a loro”.