Egitto, due monaci accusati dell’omicidio del vescovo Epiphanius: un vero e proprio giallo quello el monastero copto di San Macario, situato nell’oasi del Fayyum a circa 110 chilometri a nord-ovest del Cairo. Come ricostruito dai colleghi del Corriere della Sera, lo scorso 29 luglio 2018 il vescovo copto cristiano Epiphanius è stato rinvenuto senza vita nel monastero: il 64enne è stato trovato morto con il cranio sfondato a sprangate. Sulla vicenda ha indagato, e continua a indagare, la polizia egiziana, ma la svolta è giunta pochi giorni dopo: Faltaous, monaco di 33 anni, ha tentato il suicidio prima tagliandosi le vene con un coltello e poi gettandosi giù dal tetto del complesso religioso. L’uomo è riuscito a sopravvivere, trasportato con immediatezza all’ospedale del Cairo. E da qui è iniziata la ricostruzione della verità…
IGNOTO IL MOVENTE DELL’OMICIDIO
Con il monaco Faltaous ricoverato in ospedale, il suo confratello Asheyaa è stato ridotto allo stato laicale, per poi essere successivamente espulso dal monastero per condotta “inappropriata” e arrestato dalle forze dell’ordine. Asheyaa, riporta corriere.it, ha confessato l’omicidio di Epifanio, accusando Faltaous di complicità. Incastrato dal confratello, Asheyaa è stato arrestato: dopo un lungo interrogatorio, ha confessato il terribile delitto. Non è ancora noto il movente della barbara uccisione ma, secondo fonti giudiziarie, Asheyaa avrebbe avuto dei contrasti con dei superiori da diverso tempo, tanto da finire sotto indagine interna per essere entrato in contrasto con le tradizioni del monastero egiziano. Ed ecco inoltre i provvedimenti della Chiesa ortodossa copta: il 118esimo Papa Tawadros II ha annunciato che non verranno accettati novizi per un anno, imponendo ai monaci la chiusura di tutti gli account sui social network.