Si intitola “Wracajcie, skad przyszliscie” ma per chi è passa abitualmente da Cracovia o Versavia, si traduce “Tornate da dove siete venuti”: è la versione in Polonia di un format tv australiano che di fatto mette alcuni vip nei “panni” dei migranti per fargli provare cosa possono sperimentare per davvero i rifugiati che sparsi in ogni parte del mondo, scappano da Paesi in guerra, dalla fame e in cerca di un’esistenza migliore. Ebbene sì, una sorta di “Isola dei famosi” dove però invece che l’isola si prova sulla propria pelle cosa vivono e dove vengono respinti i migranti (quelli veri però, ndr). La rotta balcanica, ma anche i campi profughi, le trattative con i trafficanti, la paura eccetera: la versione polacca del reality show divenuto in poco tempo un caso mediatico (e polemico, ovviamente) affronta tutte queste tematiche in presa diretta (o quasi, visto che non crediamo che i vip concorrenti siano proprio fino in fondo in serio pericolo di vita, come i veri migranti).
LE CRITICHE ALLA CRITICA
«Siamo consapevoli che questo è un argomento politicamente sensibile e potenzialmente controverso, ma vorremmo che questo spettacolo fosse una voce in un dibattito più ampio», ha spiegato il vice capo delle programmazione di TVN, la tv privata più importante di Polonia che da sempre osteggia il piano anti-immigrazione del Governo di destra. Per quasi un mese – il programma dovrebbe andare in onda attorno a novembre – i partecipanti del format tv vivranno come rifugiati» privati di «portafogli, telefoni cellulari e passaporti. Viaggeranno attraverso Kurdistan, Libano, Grecia, Serbia, Ungheria, Germania e Austria. Sarà una delle escursioni più dure della loro vita», spiegano ancora i produttori, provando a difendersi dalle tantissime polemiche piovute contro – su tutti – il fatto di “commercializzare” una tragedia come la tratta dei migranti sulla rotta balcanica. Secondo l’esperto di Medio Oriente Jaroslaw Kociszewsk, il metodo usato per contrastare le scelte “simil Orban” del governo polacco sui migranti è del tutto sbagliato: «È un idea malata: i partecipanti vivranno come i rifugiati? Per un mese? Si feriranno cercando di attraversare barriere di filo spinato? Verranno torturati, le donne violentate dai trafficanti? Questo è solo un modo per fare soldi sfruttando i più deboli».