Secondo il Presidente eletto – che nei prossimi giorni si insedierà ufficialmente come nuovo leader dello Zimbabwe, sempre che non vengano accolti i ricorsi dell’opposizione – le elezioni che si sono tenute per la prima volta senza Mugabe in corsa, «sono state libere, giuste e credibili. C’è stata la celebrazione della democrazia nello Zimbabwe, un festival di libertà senza restrizioni: con gli occhi del mondo addosso abbiamo svolto un’elezione libera, giusta e credibile». A bene vedere, tra morti per le strade, esecuzioni nei mesi precedenti e brogli denunciati dalle opposizioni tutta quella “democrazia” non è che si sia vista, con il candidato Chamisa che per quasi 300mila voti non riusciva a spodestare il “Coccodrillo”, bravo nel prepararsi il terreno nei mesi post-Mugabe con rinnovati accordi commerciali ed economici con la Cina e il Regno Unito e soprattutto con una completo “rinnovamento comunicativo” che è servito molto per l’elettorato stufo della dittatura autoritaria di Mugabe. La stessa missione diplomatica dell’Unione Europea ha spiegato nei report ufficiali che non tutto è andato per il verso giusto durante le operazioni di voto: da qui a dire che allora vi saranno dei regolari e verificabili ricorsi accolti in sede centrale, con quel binomio sempre attivo tra esercito e partito di maggioranza Zanu-Pf, di tempo ne passa…
REPLICA DI MNANGAGWA: “CHAMISA FACCIA RICORSO”
Non arretra di un centimetro Emmerson Mnangagwa, neopresidente eletto dello Zimbabwe ed esponente dello stesso partito di quel Robert Mugabe che da queste parti ha fatto il buono e il cattivo tempo per decenni con un regime sanguinario. E l’esito risicato del voto che ha visto privilegiare il primo a scapito di Nelson Chamisa col 50,8% ha fatto scoppiare l’ira delle opposizioni, già scese in piazza solo due giorni fa nel corso di alcune manifestazioni sedate con la forza dall’esercito e nel corso delle quali erano state uccise sei persone: tuttavia, come detto, Manngagwa a soli nove giorni dalla sua cerimonia di insediamento, secondo quanto previsto dalla legge locale, ha sfidato apertamente Chamisa e i suoi a presentare i ricorsi del caso se non sono d’accordo con i risultati delle elezioni tenutesi lo scorso lunedì. Quello che è conosciuto come “il Coccodrillo” per via anche delle esecuzioni sommarie da lui ordinate quanto era ministro con Mugabe, ha spiegato ai giornalisti che il voto è stato libero nonostante le critiche dell’opposizione e degli osservatori internazionali che avevano acceso i riflettori su alcune irregolarità, come pure sull’eccessivo uso della forza dei militari sui manifestanti. (agg. di R. G. Flore)
PRESIDENZIALI ZIMBABWE, VINCE MNANGAGWA COL 50,8%
«Tutto cambia perché nulla cambi»: il “Gattopardo” potrebbe insegnare tanto sull’attuale situazione politica in Zimbabwe, piombata nel caos prima, durante e soprattutto dopo le Elezioni Presidenziali che vedevano per la prima volta non in lizza il dittatore Mugabe. Ebbene, dopo giorni di tensioni e spari sulla folla, sono arrivati i risultati: ha vinto Emmerson Mnangagwa, detto il “Coccodrillo” (ex colonnello e braccio destro di Mugabe), ma lo ha fatto per pochissimi voti di scarto il che ha letteralmente fatto esplodere le contestazioni delle opposizioni che già durante le operazioni di voto hanno denunciato intimidazioni, presunti brogli e irregolarità. 50,8%, contro il rivale dell’opposizione Nelson Chamisa che ha preso il 44,3%: il dopo Mugabe, in sostanza, assomiglia drasticamente all’originale, con in più la particolarità che lo stesso dittatore aveva scelto di schierarsi per Chamisa a sorpresa perché temeva che il “Coccodrillo” potesse fargli “le scarpe” e superare il potere trattenuto per 30 anni. I sostenitori di Nelson Chamisa e del suo partito – il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) – sono scesi in strada due giorni fa nella capitale Harare per protestare e denunciare i brogli, rivendicando la vittoria, con il risultato di trovarsi sotto il fuoco della polizia governativa.
CHAMISA GRIDA ALLO SCANDALO, POLIZIA INTERROMPE CONFERENZA
«Le elezioni Presidenziali? Fraudolente, illegali, illegittime e caratterizzate da gravi lacune di credibilità», non usa giri di parole Chamisa nel condannare il voto in Zimbabwe degli ultimi giorni. «Abbiamo vinto queste elezioni e siamo pronti a formare il prossimo governo», si dice convinto lo sfidante di Mnangagwa che invece si appresta a imporre la sua leadership forte del favore dell’esercito conferito al partito ZANU-PF. Per capire come il “motto” del Gattopardo sia sempre valido, basti guardare a cosa è successo nella conferenza stampa in cui Chamisa e il partito dell’opposizione stavano denunciando dati alla mano i presunti brogli. «Risultati non verificati, falsi: li rifiutiamo e andremo in tribunale», ma a quel punto la polizia è intervenuta per bloccare il tutto e imporre il “bavaglio” tipico della censura alla voce in opposizione. Le forze dell’ordine hanno popi mandato via i giornalisti senza dare spiegazioni: subito Chamisa a twittato amaramente, «è un giorno di lutto per la democrazia». Ovvero, “tutto cambia per…».