Punta ad un secondo referendum sulla Brexit, il sindaco di Londra, Sadiq Khan. Lo ha spiegato chiaramente quest’oggi attraverso l’Observer: in poche parole, il primo cittadino londinese è convinto che il Regno Unito non riuscirà a strappare un accordo favorevole con Bruxelles per l’uscita dall’Unione Europea, e di conseguenza, il rischio catastrofe è dietro l’angolo. Secondo il primo cittadino di Londra dovranno essere quindi i cittadini a valutare l’eventuale accordo con l’UE, e stabilire se proseguire con la Brexit o meno. Sadiq Khan sta di fatto cavalcando l’onda popolare che negli ultimi mesi si è diffusa in Gran Bretagna, sfavorevole all’uscita dalla zona Euro. Un recente sondaggio pubblicato dal tabloid The Guardian aveva infatti evidenziato come quasi la metà della popolazione sia convinta del fatto che “l’uscita” sia negativa per la nazione britannica, e di conseguenza, che sarebbe meglio rimanere nell’UE. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
UN NUOVO REFERENDUM?
Un nuovo referendum sulla Brexit. E’ questo quanto chiede Sadiq Khan, il sindaco di Londra, secondo cui la precedente votazione sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, deve essere ripetuta perché «il premier Theresa May non ha il mandato per giocare d’azzardo così palesemente con l’economia britannica e la vita della gente». Il primo cittadino londinese, come riferito dall’agenzia Ansa, si lancia quindi in questo drammatico appello per un secondo referendum, alla luce anche del fatto che i termini per negoziare l’uscita con Bruxelles siano ormai prossimi.
I CITTADINI DEVONO TORNARE A VOTARE
Secondo Khan, quindi, l’uscita dall’Unione potrebbe giungere in due modi: o senza alcun accordo, oppure, con un cattivo accordo, come scrive lo stesso sindaco sul domenicale Observer, e in ogni caso, si tratterebbe di due patti “incredibilmente rischiosi”. Il politico britannico di origini pakistane è convinto che «I cittadini non hanno votato per uscire dall’Ue e diventare più poveri, vedere le loro aziende soffrire, avere i reparti dell’Nhs (il servizio sanitario nazionale, ndr) a corto di personale…». Per queste ragioni, Khan pensa che un eventuale accordo con Bruxelles dovrà essere prima passato al vaglio degli stessi britannici, e in caso di mancata intesa, è giusto che si torni a votare.