In queste ore 6.000 epatologi provenienti da un centinaio di Paesi diversi si sono riuniti a Vienna per il congresso annuale dell’Associazione europea per lo studio del fegato, con l’obiettivo di lanciare all’unisono l’allarme: “In Europa si consuma troppo alcol”. I dati, come riportato da Repubblica, sono infatti piuttosto preoccupanti.
L’Europa registra il più alto tasso di consumo di alcol, la maggior prevalenza di bevute episodiche di grandi quantità e il più basso numero al mondo di persone che non bevono. È proprio per questo motivo, secondo l’Easl, che nel territorio ci sarebbero almeno 30 milioni di persone che convivono con una malattia cronica del fegato. I morti che queste causano ogni anno sono circa 287 mila e il 40%, in base alle stime, si sarebbe potuto salvare se non avesse avuto una dipendenza dagli alcolici. Ma non solo. Altre cause di decesso, come gli incidenti stradali, hanno infatti una stretta correlazione con quello in questione. La preoccupazione degli esperti è alta.
Europa consuma troppo alcol: l’allarme degli esperti
Associazione europea per lo studio del fegato, nel denunciare che l’Europa consuma troppo alcol, vuole anche promuovere la ricerca sulle malattie epatiche e chiede alla politica europea di arginare patologie come la cirrosi, il cancro al fegato e il fegato grasso, che spesso sono silenti e danno segnali solo quando arrivano a un livello molto avanzato. “Le malattie, rese in tempo, possono essere arginate: tra l’80 e il 90% dei casi di cancro al fegato possono essere prevenuti, ma ci serve l’aiuto dei medici di famiglia e della politica”, ha affermato il segretario generale Thomas Berg.
“Siamo a un crocevia di opportunità ma siamo anche a rischio fallimento, perché i fattori di rischio per le malattie epatiche riflettono comportamenti e condizioni entrambi conseguenza di ambienti non sani e di diseguaglianze sociali e che comportano anche una serie di altre patologie associate, come diabete e cancro. Bisogna puntare sulla prevenzione e sulla ricerca attiva”, ha concluso.