Europa Verde, il partito ecologista capitanato da Angelo Bonelli, sembra passare un brutto momento politico, fatto di divergenze e attacchi tra i suoi principali leader. Attualmente, infatti, all’interno del partito che dopo 13 anni è riuscito a rientrare in Parlamento grazie all’alleanza con Sinistra Italiana, sembra si siano create due vere e proprie fazioni, che vedono alle rispettive guide il segretario Bonelli e la sua co-portavoce Eleonora Evi. L’esito della divisione all’interno di un partito che conta pochi seggi risulta essere ancora più evidente da alcuni casi eclatanti, come la battaglia tra Carlo Monguzzi e Elena Grandi (rispettivamente consigliere ambientalista milanese e la sua assessore) a Milano, oppure la battaglia legale bresciana tra due figure di spicco di Europa Verde.
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Bonelli vuole le primarie di Europa Verde, ma Evi chiede che siano aperte
Insomma, le divisioni sempre più marcate all’interno di Europa Verde potrebbero, a conti fatti, portare ad un congresso anticipato. Nonostante fosse previsto per il prossimo luglio, infatti, il segretario Bonelli qualche settimana fa ha lanciato pubblicamente l’idea di anticiparlo, possibilmente a prima delle elezioni europee del 2024 al fine di formare una “alleanza per il clima” con cui presentarsi, compatti, a Strasburgo. Secondo Evi, però, si dovrebbe procedere, prima, ad un rafforzamento del partito, per poi creare un’asse con i 5 Stelle.
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“Noi”, ha spiegato Eleonora Evi di Europa Verde, “cioè io e molte federazioni territoriali, iscritti ed amici sentiamo l’esigenza di non escludere da questo confronto anche gli elettori del nostro partito, così come i tanti simpatizzanti o il mondo dell’ecologismo riunito in associazioni, comitati e movimenti. Facciamoli partecipare alle scelte dei nostri portavoce”, ha suggerito, “con primarie aperte. Aperte e trasparenti a tutti“. Secondo Evi, infatti, tenere chiuse le primarie di Europa Verde “serverà a poco, o forse solo a pochi, ma non produrrà alcun avanzamento concreto per le nostre battaglie”. Evi ha concluso sottolineando che secondo lei il partito dovrebbe essere “un arbusto centrale del centrosinistra italiano e non è una definizione casuale, la cultura democratica deve essere coltivata e tutelata, soprattutto nelle amministrazioni locali. Dalla qualità della vita, alla qualità del lavoro, gli ecologisti hanno sempre una proposta sostenibile”.