Il contrasto all’evasione fiscale in Italia è ormai un argomento all’ordine del giorno. Così come lo sono le misure che il fisco e i responsabili tecnici appartenenti all’Agenzia delle Entrate, vorrebbero intraprendere affinché il monitoraggio possa essere sempre più accurato.
In una audizione tenutasi negli scorsi giorni, Andrea De Gennaro, comandante generale della Guardia di finanza, ha spiegato le intenzioni di contrastare l’evasione al Fisco con dei nuovi sistemi digitali, tra cui una nuova infrastruttura digitale molto simile al funzionamento di “Google Maps”.
Evasione fiscale più frequente: controlli mappati
Una delle novità più incredibili sottolineante da Andrea De Gennaro riguardo al contrasto all’evasione fiscale, riguarda il nuovo sistema di mappatura che ha definito come un “controllo economico sociale basato sulla georeferenziazione di eventuali illeciti”.
Anche se non è entrato nei dettagli tecnici, la spiegazione è stata piuttosto chiara e palese: l’interoperabilità si intersecherà con le informazioni contenute e rilasciate dalle banche dati, così da poter applicare una “mappatura socio-economica e criminale ben specifica”.
Il comandante delle Fiamme Gialle ha dichiarato – come riportato da ItaliaOggi – che negli ultimi anni gli investimenti su nuovi sistemi (e sempre più fortificati) sono stati sempre più evidenti e potenziali, al fine di effettuare più controlli sull’evasione di molteplici contribuenti e aziende italiane.
Numeri alla mano
I numeri evidenziati da De Gennaro sono preoccupanti. Le frodi fiscali individuate negli scorsi anni ammontano a tantissimi miliardi di euro, appurando tristemente che molti crediti sono rimasti insoluti e non recuperabili. I segnali più tragici si traducono nell’evasione digitale, dove alcuni asset – almeno fino ad ora – sono stati “poco monitorabili”.
Tra dichiarazione dei redditi mai esistite, partite IVA false, beni congelati e sequestri di reati tributari e danni erariali, vi è un ammontare (in termini di danni all’erario), di poco meno di 7 miliardi di euro (recuperati soltanto in parte).
Ma, mappatura socio economica a parte, l’impegno della Guardia di Finanza – come sottolineando dal Comandante – non finisce qui, anzi:
«Continuerà il nostro presidio sul mondo dei digital asset, anche grazie agli investimenti nelle 19 infrastrutture tecnologiche in dotazione alla componente speciale, che hanno dischiuso nuove opportunità di investigazione in ambiti operativi finora poco esplorati».