Fabio Pinelli, vicepresidente CSM: "Basta attacchi ai giudici, da Nordio parere anacronistico. Su carceri visione medievale, non è scuola del crimine"
FABIO PINELLI E IL “NUOVO” CSM
Fabio Pinelli torna a difendere il lavoro del Consiglio Superiore della Magistratura, invitando a un dibattito più maturo e meno ideologico, ma anche contestando una visione repressiva della giustizia e delle carceri. L’invito del vicepresidente del CSM è di superare le vecchie polemiche, come quella sul caso Palamara, per affrontare i veri problemi: il sovraffollamento delle carceri e l’abuso del diritto penale.
Pinelli ne parla in un’intervista a Repubblica, in cui si dice sorpreso dalle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, secondo cui il caso Palamara è stato “insabbiato”.
Peraltro, ritiene anche anacronistico quel parere e rivendica il fatto che l’80% delle nomine dei magistrati è approvato all’unanimità e che ora il CSM funziona bene, anche se ciò non fa notizia. Quindi, le cose sono cambiate da allora.

Per quanto riguarda il rapporto col governo, Pinelli si dice soddisfatto della collaborazione istituzionale con il ministero per migliorare la giustizia civile, anche in funzione del PNRR, ma coglie l’occasione per invocare ulteriore cooperazione, evitando lo scontro. “Questo Consiglio sta lavorando in modo eccellente”.
“CARCERE RIEDUCATIVO, NON SCUOLA DEL CRIMINE”
L’intervista è anche l’occasione per Pinelli di fare il punto della situazione sulle carceri. Oltre a criticare la visione del carcere come unica soluzione alla criminalità, definendola “medievale”, sottolinea che il sovraffollamento e i suicidi sono una realtà grave e inaccettabile. Il carcere, per il numero due del CSM, dovrebbe rieducare, ma spesso diventa una “scuola del crimine”. Invece, dovrebbe essere rieducativo, come stabilito dalla Costituzione.
A tal riguardo, fornisce anche dati: chi resta solo in carcere ha un tasso di recidiva del 69%; invece, questo cala drasticamente per chi può lavorare o studiare durante la pena. “Da un lato c’è necessità di individuare soluzioni immediate, dall’altro va approntata una strategia di medio-lungo termine”, afferma Pinelli. Bisognerebbe elaborare un pensiero “su come vincere l’utopia repressiva e mettere la rieducazione al centro”. Per evitare le recidive, bisogna offrire lavoro o cultura, per fare in modo che le persone cambino strada.
LA LIBERAZIONE ANTICIPATA E L’ECCESSO DI REATI
Ad esempio, Pinelli è un sostenitore della liberazione anticipata, già prevista dalla legge: la ritiene uno strumento utile per ridurre la pressione sulle carceri. Inoltre, critica l’eccesso di reati nel codice penale, frutto di anni di stratificazioni politiche. Ma il diritto penale deve essere un’extrema ratio, da usare solo in casi gravi.
“A monte dovremmo ripensare al ruolo del diritto penale”, suggerisce il vicepresidente del CSM, secondo cui bisogna intervenire sull’eccesso di reati, a fronte della “moltiplicazione notevolissima”.
In merito all’imminente separazione delle carriere, Pinelli ritiene vi siano problemi in questo progetto, soprattutto per quanto riguarda l’Alta Corte disciplinare, sulla quale bisognerebbe tornare a riflettere. Nessun riferimento, invece, al caso Almasri, non solo perché “non sarebbe opportuno alcun commento”, ma anche perché non ha conoscenza diretta della questione.
