Secondo l'ultimo rapporto dell'ISTAT, entro il 2050 crescerà il numero di famiglie composte da single: la popolazione diminuirà di 5 milioni di persone
Non sono dati affatto positivi per la tenuta del nostro paese quelli inseriti dell’ISTAT nel rapporto intitolato “Previsioni della popolazione residente e delle famiglie” e che partendo dai numeri certi del 2024 sulla popolazione, stima quale sarà la condizione che ci troveremo ad affrontare nel 2050 tra il numero effettivo di persone, la composizione delle famiglie (da intendere anche come single adulti, oltre che coppie con figli) e la ripartizione per età tra giovani, lavoratori e anziani usciti dal mondo del lavoro.
Partendo proprio dal dato sul numero di persone che vivranno in Italia, secondo i calcoli dell’ISTAT – che presentano una confidenza del 90% – se oggi siamo circa 59 milioni, nel 2050 passeremo a 54,7 milioni e nel 2080 saranno 45,8: tenendo conto dell’intervallo di confidenza, nell’effettivo la popolazione nel 2050 dovrebbe essere compresa tra uno scenario positivo di 2,2 milioni di persone in meno e uno negativo di 6,5 milioni.
Interessante notare che – ferma restando l’inevitabilità del declino della popolazione in assenza di reali, concreti ed efficienti incentivi per la famiglie – secondo l’ISTAT saranno il Centro e il Mezzogiorno a pagare gli effetti maggiori dello spopolamento con il Nord che dovrebbe segnare una diminuzione della popolazione di “soli” 200mila individui in meno entro il 2050 (2,8 milioni nel 2080) rispetto i 3,4 milioni stimati per le regioni meridionali (7,9 nel lunghissimo termine).
Come cambierà la composizione delle famiglie entro il 2050: le stime dell’ISTAT inserite nell’ultimo rapporto
Al contempo, oltre a spopolarsi, l’Italia del 2050 nelle previsioni ISTAT vedrà anche la sua età media aumentare drasticamente e la composizione delle famiglie mutare in modo altrettanto netto: nel primo caso, infatti, si parla di una percentuale di over 65 pari al 34,6% della popolazione (oggi è il 24,3%); e se da un lato assisteremo a una contestuale riduzione delle persone in età lavorativa – ovvero tra i 15 e i 64 anni – dall’attuale 63,5% fino al 54,3%, dall’altro gli under 14 saranno appena l’11,2% della popolazione generale rispetto agli attuali 12,2 per cento.

Più anziani, meno adulti in età attiva, ancor meno bambini e non è difficile capire che l’effetto sulle famiglie sarà devastante: se oggi, infatti, contiamo (già di per sé poche) 7,6 milioni di coppie con figli, pari al 28,6% delle coppie generali, nel 2050 quel numero e quella percentuale si ridurranno a 5,7 milioni e al 21,4% ed è proprio in questo negativo contesto che il numero di famiglie composte da single rappresenterà il 41,1% rispetto all’attuale (già di per sé negativo) 36,8%.
