Fausto Bertinotti mette all'asta due quadri di Andy Warhol della sua collezione: la ragione sembra essere legata al bisogno di liquidità
Sta destando particolare interessa la decisione di Fausto Bertinotti – ex Presidente della Camera tra il 2006 e il 2008 e storico volto del partito Rifondazione Comunista – di mettere all’asta alcuni dipinti in suo possesso, tra i quali due opere originali realizzate da Andy Warhol nel 1972: una decisione passata leggermente in sordina in un primo momento, poi rilanciata da una brevissima intervista concessa dell’ex europarlamentare a Repubblica nella quale ha spiegato – con ironia – le sue motivazioni.
Prima di arrivare alle parole di Fausto Bertinotti, è utile ricordare che i due dipinti di Andy Warhol che ha messo all’asta sono le serigrafie che raffigurano Mao Tse Tung datate 1972 e finite – diversi anni fa – al centro di una breve battaglia legale: dopo la morte di Mario D’Urso, che le donò all’amico Bertinotti nel suo testamento, ne rivendicò la potestà la figlia dell’imprenditore (prima di allora del tutto ignota) Nikky Kay Carlson con una causa che sembra essersi conclusa senza colpi di scena con la conferma del lascito testamentario di D’Urso.
Oltre alle due opere di Andy Warhol, Fausto Bertinotti e la moglie Lella hanno deciso di mettere all’asta anche due opere originali e inedite di Piero Dorazio (donate da lui stesso alla coppia, con tanto di dedica a loro rivolta), una scultura di Giosetta Fioroni, un quadro della sorella del regista Citto Maselli, Titina; mentre nell’asta – che si aprirà il prossimo 2 luglio nella galleria milanese Finarte – ci sono anche tantissime altre opere tra cui il famoso Texas di Alberto Burri che dovrebbe valere almeno 600mila euro.
Fausto Bertinotti: “La vendita dei quadri di Andy Warhol è una vendetta contro pettegoli e invidiosi”
Tornando a Fausto Bertinotti, raggiunto da Repubblica l’ex segretario di Rifondazione Comunista sul perché della decisione di mettere all’asta alcune delle opere della sua folta collezione personale, ha spiegato semplicemente che “ho bisogno di soldi“, precisando che “mi tengo [le opere] che m’interessano” e che in ogni caso si tratta di motivazioni del tutto “private” e sulle quali non ha alcuna intenzione di soffermarsi.
Riacquisendo la sua consueta ironia, Fausto Bertinotti si è detto comunque intenzionato a diversi quando vedrà che alcuni “la smetteranno di ironizzare sulle ricchezze dei comunisti“: sui due quadri di Warhol, infatti, si era detto a più riprese che “valessero milioni e milioni di euro”, quando in realtà – e per verificarlo basta controllare il sito della galleria Fineart – la base d’asta “parte da (..) 20-30mila euro l’uno“; sostenendo che si prenderà così una “piccola vendetta sui pettegoli e gli invidiosi che ci hanno ricamato sopra”.