Fed e Bce nelle scorse settimane hanno preso la stessa decisione sui tassi di interesse. A pesare anche l'incertezza sui dazi

Nei giorni scorsi si sono tenute le riunioni del Consiglio direttivo della Bce e del Federal open market committee (Fomc) della Fed che hanno deciso entrambi di mantenere invariati i tassi di interesse.

La Bce, il 24 luglio, ha interrotto così la serie di otto tagli consecutivi iniziata nel giugno 2024 per una diminuzione complessiva di 200 punti base. Come precisato dalla Presidente Christine Lagarde in conferenza stampa, la decisione è stata presa anche in considerazione dei recenti dati macroeconomici: l’inflazione di giugno in particolare si è attestata al 2% rispetto all’1,9% di maggio con una proiezione per il mese di luglio che manterrebbe stabile il valore all’obiettivo del 2%.



Il contesto macroeconomico è caratterizzato da buoni indicatori: un mercato del lavoro solido con un tasso di disoccupazione stabile al 5,9% da tre mesi e i dati relativi al Pil dell’Eurozona inerenti al primo semestre che evidenziano una discreta crescita (+0,6%) nel primo trimestre superiore alle attese e dovuto non solo alle esportazioni, che sono state anticipate da parte delle imprese in vista degli aumenti previsti dei dazi, ma anche all’incremento sia dei consumi privati che degli investimenti. Il secondo trimestre ha invece evidenziato un rallentamento nella crescita segnando un aumento dello 0,1% collegato prevalentemente ai maggiori dazi sia attesi che effettivi oltre che al rafforzamento dell’euro.



Anche il Federal open market committee (Fomc) nella riunione del 29 e 30 luglio scorsi ha deciso di mantenere inalterati i tassi al 4,5%, soglia invariata da dicembre 2024 dopo i tre tagli eseguiti nel terzo quadrimestre del 2024 per complessivi 100 punti base. Va tuttavia precisato che per la prima volta dal 1993 si sono registrati i voti contrari da parte di due governatori del Fomc, Christopher Waller e Michelle Bowman, che erano favorevoli a un taglio dei tassi per un quarto di punto.

Jerome Powell, Presidente della Fed (Ansa)

Il Presidente Jerome Powell ha precisato in conferenza stampa che, nonostante l’elevata incertezza, l’economia statunitense è in una posizione solida con un mercato del lavoro robusto, caratterizzato da un tasso di disoccupazione che nel mese di luglio si è attestato al 4,2% e che rimane pressoché stabile da un anno. Il Pil Usa nel secondo trimestre ha registrato un rimbalzo del 3% dopo la contrazione del primo trimestre (-0,5%), mentre l’inflazione nel mese di giugno si è attestata al 2,7% in crescita dopo i dati di maggio (2,4%) e aprile (2,3%) e superiore all’obiettivo del 2%.



L’incertezza connessa agli effetti dei dazi doganali lascia però in attesa sia la Bce che la Fed. La Lagarde ha precisato che il possibile aumento delle tensioni commerciali a livello mondiale potrebbe indebolire la crescita dell’area dell’euro con un impatto negativo su esportazioni, consumi e investimenti.

Anche Powell ha precisato che i cambiamenti nelle politiche governative continuano a evolversi e i loro effetti sull’economia restano incerti: i dazi doganali più elevati hanno iniziato a riflettersi più chiaramente sui prezzi di alcuni beni e andranno valutati gli effetti complessivi su attività economica e inflazione con possibili conseguenze sia di breve durata, con una variazione una tantum del livello dei prezzi, ma anche di lungo termine con effetti inflazionistici più persistenti.

Due decisioni comuni, quelle delle due banche centrali, di mantenere invariati i tassi di interesse, definite tuttavia in un contesto diverso ma con un solido mercato del lavoro condiviso: da un lato la decisione della Fed è stata presa nonostante le continue pressioni per una diminuzione dei tassi da parte del Presidente Trump e con un valore dell’inflazione sopra il livello target, dall’altro, una scelta della Bce definita in un ambito caratterizzato dal costo della vita che da un paio di mesi è intorno all’obiettivo del 2%.

I prossimi appuntamenti per il Consiglio direttivo della Bce e per il Fomc della Fed sono previsti nel mese di settembre, rispettivamente l’11 e il 16-17.

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