Amico dei tre “compagni di merende”, Fernando Pucci risulta essere stato il testimone decisivo nell’inchiesta e per le condanne agli altri componenti della banda del Mostro di Firenze. Nello speciale che andrà in onda giovedì prossimo su Nove, si parlerà anche di lui, invalido civile per oligofrenia dal 1983. Fu sottoposto a nuova perizia sotto la consulenza di Lagazzi e di Fornero, incaricati di accertare la sua invalidità.
La risposta fu chiara: “Il patrimonio intellettivo è apparso povero ma non propriamente così deficitario come risulta dalla patologia accertata dalla commissione per gli invalidi civili nel lontano 1983” – si legge nell’elaborato – “attenzione vigile e memoria valida senza cenni di cedimento o di rallentamento o di intorpidimento… Il pensiero è poco ricco di contenuti, piuttosto monotono e poco modulato. I nessi logici sono comunque conservati e i contenuti sono sempre risultati pertinenti al contesto in esame.” Non gli furono trovati disturbi formali o deliranti dell’ideazione, anche se secondo gli esperti, risultò povero affettivamente e lievemente iposintonico ma capace di stabilire un rapporto adeguato con gli esaminatori. Non era affetto da disturbi a carico del rapporto con la realtà e con gli altri
Il racconto di Fernando Pucci
In base alle valutazioni raccolte dal giudice, Fernando Pucci era un soggetto in grado di testimoniare .L’uomo nato a Montefiridolfi l’8 novembre del 1932 accusò Pietro Pacciani e Vanni perchè lui stesso si ritrovò ad essere testimone oculare degli ultimi due loro delitti, ossia quello del Vicchio del 1984 e quello degli Scopeti nel 1985. Il suo racconto fu ascoltato durante il processo, reso noto, con una freddezza impressionante: “Per guardare cosa accadeva senza essere notati girammo un po’ tra le frasche per arrivare al lato della macchina parcheggiata vicino alla tenda. Poco dopo vedemmo questa scena: uno dei due, quello più alto, cioè il Vanni, andò dietro la parte posteriore della tenda e con quel coltellaccio da cucina che aveva in mano tagliò il tessuto.”
Furono queste le parole di Fernando Pucci alle quali furono aggiunti altri dettagli: “Ricordo anche il rumore che fece, come di tela strappata. Il gesto che io vidi mi sembrò come fatto dal basso verso l’alto. A questo punto l’uomo uscì dalla tenda, dalla parte anteriore, scappando verso il bosco, cioè dalla parte opposta della strada. L’altro che aveva la pistola, cioè il Pacciani, gli sparò e gli andò dietro mentre quello scappava, continuando a sparare” In realtà la sua testimonianza non fu accolta senza reticenza. Sorsero dei dubbi anche perché il teste parlò a scatti, dopo essere apparso un pò insicuro. Pucci, definito l’ultimo “compagno di merende” è morto all’età di 84 anni il 25 febbraio del 2017 in uno ospizio. Non subì nessuna condanna a causa del suo stato mentale.