Filippo Scicchitano è tra gli attori della nuova fiction "Le indagini di Lolita Lobosco" con protagonista Luisa Ranieri in onda su Rai1
Proprio questo ultimo film, ispirato dal romanzo best seller omonimo di Alessandro D’Avenia, è stato il suo trampolino di lancio visto che Scicchitano interpreta Leo, lo studente che si innamora perdutamente di Beatrice la ragazza che si ammala di leucemia. Intervistato da bestmovie.it in merito al tema l’attore ha dichiarato: “per fortuna è un’esperienza che non ho mai vissuto, anche perché credo sarebbe devastante”. Parlando poi della sua passione per il cinema ha aggiunto: “sono sempre stato una persona curiosa, però il cinema richiede disciplina, passione, dedizione: tutte caratteristiche che non pensavo di avere e che ho applicato anche ad altri aspetti della mia vita, riprendendo discorsi “momentaneamente interrotti””.
Filippo Scicchitano oggi recita, ma…: “Da piccolo volevo fare l’avvocato
Filippo Scicchitano è tra i giovani attori più richiesti nel mondo del cinema e delle serie tv. Dopo aver conquistato il grande schermo, in questi giorni si appresta a farsi conoscere ancora di più nella attesissima fiction “Le indagini di Lolita Lobosco” in partenza su Rai1. Intervistato da iodonna.it, l’attore non ha nascosto di non aver mai amato particolarmente la scuola: “sono stato bocciato due volte e poi ho lasciato il liceo. La scuola non mi invogliava, d’altronde se parli con i miei coetanei voglio vedere quanti ti rispondono che sono contenti di andare a scuola. Ho lasciato con l’idea di trovare motivazioni ma non sapevo nemmeno io dove cercarle”. A distanza di tempo però si è reso conto di aver sbagliato questa sua valutazione e ha aggiunto: “voglio recuperare, prendere un diploma per poi studiare Legge all’università. Da piccolo volevo fare l’avvocato”. Una cosa è certa da autodidatta si è dedicato alla lettura dei grandi classici scoprendo una grande passione per Pasolini: “un esempio per i ragazzi della mia età. Ho amato follemente Mamma Roma. Era un intellettuale borghese capace di parlare alla pancia delle persone più semplici, dei sottoproletari”.