Filippo Turetta è stato picchiato nel carcere di Montorio: il reo confesso assassino di Giulia Cecchettin aggredito da un detenuto 55enne

A poche settimane dall’apertura del processo d’appello a suo carico – prevista per novembre -, sembrano essersi concretizzati quei rischi dei quali parlarono i legali non appena venne trasferito dalla sezione “protetta” a quella “comune” del carcere dato che Filippo Turetta – reo confesso per il femminicidio ben noto dell’ex fidanzata, Giulia Cecchettin, perpetrato due anni fa – è stato aggredito e picchiato tra i corridoi dell’istituto penitenziario di Montorio, alle porte di Verona.



Partendo dal principio, è utile ricordare che di Filippo Turetta si parla insistentemente dal novembre del 2023 quando è stato arrestato – dopo un breve tentativo di fuga in Germania – per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin: data la confessione e l’evidente pericolo di fuga, venne incarcerato a Montorio, nella sezione cosiddetta “protetta” riservata ai detenuti responsabili di reati contro le donne o i minori.



Dopo la condanna, Filippo Turetta è rimasto nella stessa sezione fino allo scorso marzo quando informò i suoi legali del trasferimento nella sezione “comune” – ovvero dove si trovano tutti gli altri condannati -: fu un quel momento che i suoi legali, il dottor Giovanni Caruso e la dottoressa Monica Cornaviera, inviarono una lettera alla dirigenza del penitenziario preoccupati che il “codice d’onore” dei detenuti avrebbe comportato rischi per la sua incolumità.

Filippo Turetta picchiato in carcere: il padre di Giulia Cecchettin condanna l’accaduto

Proprio l’arrivo di Filippo Turetta nella sezione comune, d’altronde, era stato accolto con le feroci proteste di alcuni detenuti, tra i quali un 55enne condannato per omicidio e tentato omicidio: proprio quest’ultimo, alla fine, lo scorso agosto ha incontrato Filippo Turetta nei corridoi del penitenziario e l’ha picchiato, forse assestandogli (per così dire) “solamente” un pugno, oppure forse con maggiore violenza.



Attualmente non sappiamo come stia Filippo Turetta, ma è certo – perché lo riferisce il quotidiano L’Arena – che l’aggressore 55enne sia stato prima trasferito per due settimane in isolamento e, poi, in una cella singola dalla quale avrebbe iniziato uno sciopero della fame per chiedere un nuovo trasferimento: la nuova cella, infatti, sarebbe stata gravemente danneggiata dal precedente occupante nel corso di una protesta in cui ha appiccato un incendio.

Giulia Cecchettin con il padre Gino (screen da Quarto Grado, Mediaset Infinity)

Sull’aggressione a Filippo Turetta è intervenuto – sempre in queste ore – il padre di Giulia Cecchettin, Gino, che ha fermamente condannato il gesto del detenuto 55enne sottolineando che la violenza non può mai essere “la risposta” a nessun reato, sostenendo che l’aggressione dimostra come ci sia ancora molto lavoro da fare; mentre non sono arrivati commenti da parte dei legali del ragazzo.