Usare i fondi pensione per investimenti ad alto rischio utili al riarmo UE: il piano dei Paesi Bassi che potrebbe mobilitare circa 100 miliardi di euro
In questo concitato periodo nel quale il tema del riarmo UE è sulla bocca di tutti i politici – italiani e non – e sulle pagine di buona parte dei quotidiani, dai Paesi Bassi è arrivato un vero e proprio piano di investimenti ad alto rischio da parte dei fondi pensione che potrebbero mobilitare qualcosa come 100 miliardi di euro nell’arco di pochi anni a sostegno dei produttori di armamenti di vario tipo, ovviamente privilegiando in maniera esclusiva le imprese europee: si tratta – potenzialmente – di un precedente importante perché altri paesi con sistemi pensionistici forti potrebbero seguire l’esempio dei Paesi Bassi, imprimendo una vera e propria svolta nella corsa agli armamenti.
L’idea di usare i fondi pensionistici dei Paesi Bassi per investire nella difesa europea è stata anticipata dal direttore del fondo APG Asset Management – Ronald Wuijster – al Financial Times, spiegando che nei prossimi mesi è pronto a mobilitare “decine di miliardi di euro di investimenti” per sostenere il piano bellico europeo, puntando soprattutto su quelli ad alto rischio che potrebbero garantire redimenti migliori nel breve termine; il tutto precisando che in futuro potrebbe anche valutare di fare “ancora di più” se il mutare delle circostanze dovesse richiederlo.
L’idea dei Paesi Bassi per sostenere il riarmo UE: fondi pensione usati per investimenti ad alto rischio
Come anticipavamo già prima, l’ampio programma di investimenti nel riarmo UE promosso nei Paesi Bassi – assicura lo stesso Ronald Wuijster – si concentrerà nella sua “parte più consistente” sulle aziende europee per ottenere un duplice “impatto reale” che si estenda all’economia del blocco; ricordando che fino ad oggi i fondi pensionistici olandesi hanno già mobilitato circa 2 miliardi di euro in aziende locali dedite al settore della difesa.
Questa non è – infatti – la prima volta che i Paesi Bassi decidono di sfruttare i fondi pensione per sostenere gli sforzi bellici: la prima proposta in merito era già stata mossa lo scorso ottobre con la decisione concordata dal Ministero della Difesa e da quello degli Affari Economici di mobilitare i primi 100 milioni in un serie di investimenti interni a sostegno delle aziende produttrici di materiali bellici; anche se in quel caso non si trattava – come in quello odierno – di investimenti ad alto rischio, ma di un vero e proprio fondo nazionale dal quale le aziende potevano liberamente attingere.
