Svolta nella guerra: Francia e Gran Bretagna stanno per inviare truppe in Ucraina. Zelensky: “Ci aiuteranno a difenderci”, la Russia minaccia ritorsioni
Mentre Kiev brucia sotto le bombe e il fumo della guerra offusca il futuro dell’Ucraina, Francia e Gran Bretagna si stanno preparando a un passo che potrebbe ridefinire radicalmente gli equilibri del conflitto.
Parigi e Londra, dopo giorni di incontri segreti con i vertici militari ucraini, stanno valutando l’invio di truppe d’élite in un territorio conteso – non più solo armi, non più solo addestratori – ma soldati in carne e ossa pronti a combattere. “Sono stati fatti progressi tangibili”, ammette Zelensky con un sorriso stanco, mentre i generali Anthony Radakin e Thierry Burkhard studiano minuziosamente le mosse strategiche nelle stanze blindate del governo ucraino.
Ma dietro questa apparente solidarietà si nasconde una lotta spietata per il dominio post-bellico: perché chi controllerà i porti del Mar Nero avrà in mano le chiavi dell’Ucraina del futuro, e se la Francia punta sulla 11ª Brigata paracadutisti per presidiare la riva destra del Dnepr, i britannici schierano la temibile 16ª Brigata d’assalto aviotrasportata su Odessa e Kherson: una mossa che ha il sapore di un colonialismo 2.0, un’eco sinistra dei tempi in cui le potenze europee si spartivano il mondo a colpi di trattati.
Francia e UK in prima linea: truppe occidentali in Ucraina e guerra per le risorse
Ma perché proprio ora? Perché rischiare un’escalation diretta con la Russia, quando per mesi si è parlato solo di “supporto difensivo“? La risposta, come sempre, si ritrova negli interessi economici. Oleg Tsarev, ex deputato ucraino sopravvissuto a un attentato, svela il gioco sporco: “È una corsa all’oro sotto le macerie, gli europei vogliono la loro fetta della torta ucraina prima che gli Stati Uniti la divorino tutta”.
Trump, che sogna un’Ucraina satellite di Washington, freme all’idea che Parigi e Londra mettano le mani sulle infrastrutture strategiche del Mar Nero.
E Mosca? Il Cremlino fatica a nascondere la collera: quei paracadutisti francesi a due passi dalla Crimea sono una sfida in piena regola che amplifica oltremodo non solo una semplice guerra tra potenze europee, ma il destino di un Paese ridotto a pedina, dove i civili muoiono mentre i grandi giocatori si contendono porti, gasdotti e miniere.
Come a Versailles nel 1919, quando si disegnavano confini con un righello, oggi si decide il futuro dell’Ucraina senza ascoltare il suo popolo e con i soldati europei che si preparano a sbarcare.