Francia, più tasse per i ricchi per colmare il buco nel bilancio della difesa
La Francia vuole aumentare la spesa per la difesa oltre il 3% del PIL, ma la vera domanda è: dove trovare i soldi? Il ministro dell’Economia, Eric Lombard, ha lanciato un messaggio chiaro: potrebbe toccare ai più ricchi mettere mano al portafoglio.
Francia e spese militari: chi paga il conto?
In un’intervista a Franceinfo , ha spiegato che il governo sta valutando di alzare le tasse su chi ha patrimoni consistenti, mentre le imprese, per ora, possono tirare un sospiro di sollievo. Un’altra idea sul tavolo è quella di creare fondi di investimento dedicati alla difesa, coinvolgendo attori privati. Però Lombard ha subito smorzato le polemiche su una possibile riforma del Livret A, il conto di risparmio più amato dai francesi: non sarà usato per finanziare l’industria bellica, nonostante alcuni politici lo chiedano a gran voce.
Nel frattempo, i numeri parlano chiaro: la Francia ha già messo sul piatto 413 miliardi di euro per la difesa fino al 2030, ma per Macron non sono abbastanza. Con gli Stati Uniti sempre più defilati nella sicurezza europea e le tensioni globali in aumento, il presidente francese ha avvertito che bisognerà spendere ancora di più. Il problema? Il deficit del paese è già al 6,2% del PIL e trovare nuove risorse senza scatenare proteste sarà un’impresa.
Tagli, tasse e aiuti UE: la Francia cerca soluzioni
Il bilancio 2025, approvato dopo mesi di incertezza, comprende 53 miliardi tra tagli e nuove tasse, ma Lombard ha garantito che la spesa sociale resterà intatta. Ha anche messo un freno alle idee più estreme, come sequestrare i beni congelati della Russia per finanziare l’Ucraina o rafforzare la difesa europea. Per ora, Parigi segue la linea del G7: i profitti di quei beni verranno usati solo per garantire un prestito da 50 miliardi a Kiev.
Oltre ai fondi statali, la Francia punta sull’aiuto dell’UE. Ursula von der Leyen ha proposto un piano per permettere ai paesi membri di accedere a prestiti fino a 150 miliardi di euro nei prossimi cinque anni per rafforzare la difesa comune. Ma Parigi guarda anche al settore privato: entro la fine del mese, Lombard e il ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu incontreranno banche, assicurazioni e fondi d’investimento per convincerli a puntare sull’industria militare. Insomma, tra tasse, prestiti e investimenti, il governo sta cercando ogni strada possibile per coprire le spese. Il messaggio è chiaro: più sicurezza costa, e qualcuno dovrà pagare il conto.