Freni: “Reddito di cittadinanza? Vanno minimizzati effetti negativi”/ “Quota 41…”

- Josephine Carinci

Federico Freni, sottosegretario all’Economia e deputato della Lega, parla del reddito di cittadinanza, della Manovra e delle riforme per il 2023

Freni con Meloni Federico Freni, sottosegretario MEF con la Premier Giorgia Meloni (LaPresse, 2022)

Freni: “Quota 41, reddito e…”

Il sottosegretario all’Economia Federico Freni, deputato della Lega, ha parlato sulle pagine di Repubblica del Reddito di Cittadinanza a poche ore dall’approvazione definitiva della Manovra 2023: “Quella sul Reddito deve essere una riflessione complessiva: non si può ignorare l’effetto distorsivo che ha avuto sul mercato del lavoro, ma questo non significa che sia necessaria una caccia alle streghe. Il miglior equilibrio sarà quello che, evitando inutili e pericolose discriminazioni sociali, consentirà di minimizzare gli effetti negativi”.

Riguardo l’offerta congrua, il politico spiega: “Di certo chi vive a Marsala non sarà costretto ad accettare un’offerta di lavoro a Pordenone”. Riguardo le pensioni e in particolare quota 41, parlando delle risorse, Freni apre con una battuta: “Ma come? Ero d’accordo con il mio amico Luigi Marattin che avremmo fatto metà per uno: vabbè, pagherò di tasca mia. Al di là delle battute, quota 41 senza paletti anagrafici è un obiettivo di legislatura, come ogni riforma seria vuole il suo tempo. Abbiamo di fronte cinque anni di lavoro, non cinque mesi”.

Freni: “Lo scostamento di bilancio…”

L’analisi della Manovra alle Camere non è stata particolarmente semplice e Freni, sulle pagine della Repubblica, spiega: “Il primato della politica ha come presupposto la centralità del Parlamento: questa legge di bilancio ha dimostrato come una fisiologica dialettica tra esecutivo e legislativo possa portare solo benefici al Paese: la manovra esce rafforzata dalle Camere“. Lui, però, non ha mai temuto uno strappo nella maggioranza: “Ma no, perché mai? Il confronto è sano, anzi fondamentale. Un matrimonio dove non c’è confronto è un matrimonio noioso o, peggio, finito”.

Nel 2023 inizierà la vera e propria sfida del Governo (e così del Parlamento): lo sa bene Freni, che si prepara ad un anno ricco di riforme. Il sottosegretario all’Economia afferma: “Ci attendono molte sfide: dalla riforma del fisco alla trattativa sulla revisione del Patto di stabilità, dal completamento della riforma previdenziale sino allo sviluppo compiuto di politiche energetiche ed industriali che traghettino il Paese nel futuro”. Non è ancora chiaro se sarà necessario ricorrere allo scostamento di bilancio: “L’andamento del debito e le dinamiche in corso sul Patto di stabilità suggeriscono di procedere diversamente: in questo momento lo scostamento non è all’ordine del giorno”.







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