FUNERALI WILLY/ “Ci aspettiamo pene severe e certe”: non abbiamo di meglio da dire ai nostri figli?
“Ci aspettiamo pene severe” ha detto il premier Conte ai funerali di Willy. E’ l’unico monito possibile? No, abbiamo molto di meglio da rischiare e offrire

Caro direttore,
molti giornali online riportano in primo piano le parole dette dal premier Conte ai funerali di Willy: “Ci aspettiamo pene severe e certe”.
Davvero non abbiamo di meglio da dire di fronte a una tragedia del genere?
Davvero quello che emerge in questi giorni dell’eccezionalità di un ragazzo che “perde la vita per i propri amici” e della brutalità con cui è stato picchiato ci lasciano come monito solo questo?
Davvero di fronte a due ragazzine che si ritrovano in balia di un branco di ragazzi molto più grandi di loro, pensiamo di poter chiudere la ferita sbattendoli in cella e buttando via la chiave?
Davvero ancora una volta vogliamo fingere di non vedere l’emergenza educativa perché non siamo disposti a cambiare il nostro modo di pensare e di rischiare nuove proposte educative?
In questi mesi non si è fatto altro che parlare di scuola e della sua riapertura fino allo sfinimento, ma com’è possibile che tutto il dibattito si sia fermato a rotelle, mascherine, edilizia scolastica?
Per che cosa diavolo le stiamo riaprendo queste scuole: per parcheggiare i figli in modo tale che i genitori possano andare a lavorare oppure perché siamo convinti che quello sia un luogo buono per loro e per tutti?
Cosa abbiamo da proporre loro perché i nostri ragazzi non crescano pensando di essere i padroni del mondo e di poter ottenere tutto quel che vogliono, anche con la violenza se non si può fare altrimenti?
Io mi sento incendiare in questi giorni dal desiderio di tornare in aula e di rivedere i miei alunni, di incontrare quelli di cui ancora non conosco il volto.
Non vedo l’ora di riprendere il cammino con loro perché attraverso la storia e la letteratura scoprano che la vita è bella ora, è piena di speranza ora, può ricominciare ora, possiamo percorrere ora un cammino eccezionale insieme.
È scomodo fare l’insegnante ai ragazzi delle superiori perché chiedono tutto e di tutto domandano le ragioni: questa scomodità è il motivo per cui spero di fare questo lavoro tutta la vita, perché noi non siamo al mondo per stare comodi, ma per essere felici e fare cose grandi.
Questo dovrebbero dire le prime pagine dei giornali!
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