A Pomeriggio 5 si torna a parlare del delitto di Garlasco: secondo il dottor Lovati, Stasi mentì per coprire qualche soggetto non meglio identificato

Il delitto di Garlasco è tornato protagonista della diretta di ieri di Pomeriggio Cinque News nel corso della quale è intervenuto per l’ennesima volta il dottor Massimo Lovati – legale del nuovo indagato, Andrea Sempio – che recentemente ha raccontato che il giorno stesso dell’omicidio sentì a Vigevano già attorno alle ore 11:30 voci che parlavano del delitto, con circa due ore di anticipo rispetto all’orario in cui Stasi lanciò il primo allarme alle autorità.



Nel frattempo, prima di arrivare a Lovati è utile ricordare che le ultimissime risultanze nelle indagini a carico di Sempio sul delitto di Garlasco sembrano star progressivamente sgretolando la tesi degli inquirenti: l’incidente probatorio, infatti, avrebbe primo confermato la sola presenza di tracce di Stasi e Chiari sui reperti prelevati dalla spazzatura; mentre al contempo anche il sangue sul tappetino del bagno sembra essere compatibile esclusivamente con la vittima.



Garlasco: i reperti contenuti nella spazzatura di casa Poggi (Foto: Ore 14)

Partendo proprio da qui, il dottor Lovati ha spiegato che “sono notizie che mi confortano”, prima di precisare – però – che “siamo solo all’inizio perché manca la prova regina visto che l’incidente probatorio ha per oggetto soprattutto la ricerca del DNA che potrebbe essere rintracciato, secondo i consulenti della difesa di Stasi e della procura, sulle unghie di Chiara Poggi, basandosi sugli elettroferogrammi elaborati a partire dai dati del perito Di Stefano che nel 2014 davanti alla Corte d’Assise d’Appello bis disse che erano dati illeggibili”.



Delitto di Garlasco, Lovati: “Le bugie di Stasi servivano a coprire le persone che gliele hanno raccontate”

Tornando – pur brevemente – alla sua rivelazione dell’altra sera, Lovati ha confermato nuovamente che “alle 11:30, mezzogiorno, a Garlasco circolavano già le voci dell’omicidio”, sostenendo di ricordarlo “chiaramente perché era il mio compleanno e quel giorno a Vigevano c’era la fiera e ho sentito che aleggiava questa notizia”: un dato importante perché la chiamata di Stasi ai soccorsi – la prima e unica relativa al delitto di Garlasco – fu fatta solamente alle 13:50.

“L’orario della morte di Chiara – spiega ancora Lovati – è un dato certo, ma la scoperta del cadavere da parte di Alberto Stasi è un dato menzognero, come capirebbe anche un bambino dell’asilo, non farina del suo sacco”, dato che a suo avviso “ha un’intelligenza superiore alla media e se avesse dovuto prefabbricarsi delle bugie le avrebbe fabbricate di nettamente migliori per non contraddirsi a ogni più sospinto”; ribadendo nuovamente che “non è una menzogna per coprire se stesso, ma degli altri che gliel’hanno inculcata”.