Il protossido di azoto, noto anche come gas esilarante, viene solitamente usato come anestetico. Molti soggetti però ne abusano per ‘sballarsi’, dal momento che gli effetti che causerebbe in chi lo assume contemplano stato di euforia e felicità immotivata. In pratica funge da vera e propria droga, con ripercussioni sulla salute soprattutto neurologica. Visto il crescente uso di questa sostanza in Gran Bretagna si sta pensando di vietarne l’utilizzo a scopo ricreativo entro la fine del 2023.
Come riporta il Times è stata Suella Braverman, avvocatessa e membro del partito conservatore del parlamento inglese, a darne notizia. La stessa ha presentato di recente uno statuto parlamentare che deve essere discusso e approvato da entrambe le Camere del parlamento, anche se si prevede che sarà sostenuto da maggioranze consistenti. Il protossido di azoto sarà classificato come classe C ai sensi del Misuse of Drugs Act 1971, e chi verrà scoperto in possesso rischierà 2 anni di carcere e una multa salata.
EFFETTI DEL GAS ESILARANTE SULLA SALUTE E LE PENE
La preoccupazione delle forze politiche inglesi è quello di un crescente proliferare di comportamenti antisociali. Oltre al fatto che un tale abuso rallenta le risposte del cervello e del corpo. L’uso prolungato può causare anche carenza di vitamina B12, anemia e danni ai nervi. E in casi estremi sono stati anche registrati problemi di paralisi e persino la morte.
Il problema è particolarmente diffuso in Gran Bretagna soprattutto tra i ragazzi di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Il consumo di gas esilarante sarebbe la sostanza più utilizzata subito dopo la cannabis. La sua popolarità è cresciuta grazie alla relativa facilità di procurarselo e del suo basso costo. Braverman al riguardo ha affermato: “Per la prima volta non solo rendiamo il possesso un reato per la prima volta, ma stiamo anche per raddoppiare la pena massima per la fornitura a 14 anni, in modo che gli spacciatori di questo commercio non abbiano un posto dove nascondersi“. La decisione di vietare la droga è stata però osteggiata dal Consiglio consultivo sull’abuso di droghe, il quale ha avvertito che il divieto della droga potrebbe “produrre oneri significativi per usi legittimi”.